Papa Pio XII: differenze tra le versioni

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*Alla Madonna degli Emigranti: S.S.ma Vergine <br /> che gli esuli della Patria accompagni per le vie del mondo <br /> in cerca di lavoro e di pace, esperta anche tu dell'esilio, <br /> guarda pietosa il nostro stato e, <br /> benedicendo chi ci ospita, veglia, ti preghiamo, <br /> su quanti il bisogno disperde e l'altrui fratellanza accoglie <br /> associandoli ai propri sudori nelle più dure fatiche. {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Ciò che testé è accaduto e ancora accade appariva al Nostro sguardo come una visione, quando, non essendo ancora scomparsa ogni speranza, nulla lasciammo intentato, nella forma suggeritaci dal Nostro apostolico ministero e dai mezzi a Nostra disposizione, per impedire il ricorso alle armi e tener aperta la via ad una intesa, onorevole per ambedue le parti. (dall'enciclica ''Summi Pontificatus'', 20 ottobre 1939)
*Dal punto di vista morale e religioso, non si ha nulla da obiettare contro il prelievo della cornea da cadavere, cioè, contro la cheratoplastica, tanto lamellare quanto perforante, considerate in sé stesse. Per chi riceve, ossia il paziente, rappresentano un ripristino e correzione di un difetto di nascita o accidentale. In relazione al defunto, al quale si toglie la cornea, non lo si danneggia in nessuno dei beni a cui ha diritto, né nel suo diritto di tali beni. Il cadavere non è, nel significato proprio della parola, un soggetto di diritto, perché si trova privato della personalità, l'unica che può essere soggetto di diritto. Nemmeno l'[[trapianto|espianto]] è più la privazione di un bene; gli organi della vista, in effetti (la loro presenza, la loro integrità), non posseggono più nel cadavere il carattere di beni, perché non gli servono più e non hanno relazione con alcun fine. Questo non significa, tuttavia, che riguardo a un cadavere di un uomo non si possa o non si abbia, in realtà, obblighi morali, prescrizioni o proibizioni; nemmeno significa che i terzi che hanno la custodia del corpo, della sua integrità e del trattamento di cui sarà oggetto, non possano cedere e non cedano, in realtà, diritti e doveri propriamente detti. Tutto il contrario.<ref name=trapianti>Da ''[http://www.malatidireni.it/filesito/trapianti%20cnt/1956%20Pio%20XII%20trapianti.pdf Allocuzione di Sua Santità Pio XII ai membri dell'associazione di donatori di cornea e l'Unione Italiana Ciechi]'', 14 maggio 1956. Pubblicato in spagnolo e tradotto da Mara Della Vecchia, per conto dell'Associazione Malati di Reni onlus.</ref>
*È però un fatto doloroso che oggi non si stima e non si possiede più la vera [[libertà]]. In queste condizioni la convivenza umana, come ordinamento di [[pace]], è interiormente snervata ed esangue, esteriormente esposta ogni istante a pericoli. Coloro, per esempio, che nel campo economico o sociale vorrebbero tutto riversare sulla società, anche la direzione e la sicurezza della loro esistenza; o che attendono oggi il loro unico nutrimento spirituale quotidiano, sempre meno da loro stessi – vale a dire dalle loro proprie convinzioni e conoscenze – e sempre più, già preparato, dalla stampa, dalla radio, dal cinema, dalla televisione; come potrebbero concepire la vera libertà, come potrebbero stimarla e desiderarla, se non ha più posto nella loro vita? Essi cioè non sono più che semplici ruote nei diversi organismi sociali; non più uomini liberi, capaci di assumere e di accettare una parte di responsabilità nelle cose pubbliche. Perciò, se oggi gridano: Mai più la [[guerra]]!, come sarebbe possibile fidarsi di loro? Non è infatti la loro voce; è la voce anonima del gruppo sociale, nel quale si trovano impegnati. Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la [[Chiesa]] nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana, elemento indispensabile, secondo la concezione cristiana, dell'ordine sociale, considerato come organizzazione di pace. Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una [[società]] ridotta a puro automatismo. Tale è la purtroppo diffusa debolezza di un mondo che ama di chiamarsi con enfasi "il mondo libero". Esso si illude e non conosce se stesso (dal radiomessaggio del [[Natale]] 1951)
*È stato giustamente notato che una delle caratteristiche dei romani, quasi un segreto della perenne grandezza della Città Eterna, è il rispetto alle tradizioni. Non che tale rispetto significhi il fossilizzarsi in forme superate dal tempo; bensì il mantener vivo ciò che i secoli hanno provato esser buono e fecondo. La tradizione, in tal modo, non ostacola menomamente il sano e felice progresso, ma è al tempo stesso un potente stimolo a perseverare nel sicuro cammino; un freno allo spirito avventuriero, incline ad abbracciare senza discernimento qualsiasi novità; è altresì, come suol dirsi, il segnale d'allarme contro gli scadimenti. (dal discorso di Pio XII ai professori ed allievi del Liceo Ennio Quirino Visconti, di Roma del 28/2/1957; citato in Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, Tipografia Poliglotta Vaticana, vol. XVIII, p. 803)
*Gli uomini, così i singoli come la umana società, e il loro bene comune, sono sempre legati all'assoluto ordine dei valori stabilito da Dio. [...] Si verrebbe quindi a lederlo e a scardinare la difesa della pubblica moralità [...] se, per citare un esempio, si concedesse, senza riguardo a quell'ordine supremo, una incondizionata [[libertà di stampa|libertà alla stampa]] e al «film». Nel qual caso non si riconoscerebbe il diritto alla vera e genuina libertà; ma si verrebbe a legalizzare la licenza, se si permettesse alla stampa e al «film» di scalzare i fondamenti religiosi e morali della vita del popolo. Per comprendere ed ammettere un tale principio, non è neppure necessario di essere cristiani. Basta l'uso, non turbato dalle passioni, della ragione e del sano senso morale e giuridico. (dal ''[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1947/documents/hf_p-xii_spe_19470108_nobilta-romana_it.html Discorso al patriziato e alla nobiltà romana]'', 8 gennaio 1947)
*Il sentimento della modestia si accompagna al sentimento della religione. (citato in [[Fulton J. Sheen]], ''Tre per sposarsi'', Edizioni Richter, Napoli 1964)
*Il [[trapianto]] di un tessuto o di un organo da un morto a un vivente non è trapianto da un uomo ad un altro uomo; il morto era un uomo, ma ora non lo è più.<ref name=trapianti/>
*In generale, non dovrebbe essere permesso ai medici procedere all'[[trapianto|espianto]] o altri interventi sopra un cadavere senza un accordo con coloro che sono i depositari dello stesso, e forse persino contro le obiezione preventivamente formulate dall'interessato. [...] D'altra parte, è necessario educare il pubblico e spiegargli con intelligenza erispetto che acconsentire espressamente o tacitamente a seri interventi contro l'integrità del cadavere, nell'interesse di quelli che soffrono, non offende la pietà che si deve al defunto, se per quello si hanno fondate ragioni. Questo consenso che può, nonostante tutto, significare una sofferenza e un sacrificio per i parenti prossimi, possiede però l'aureola della carità misericordiosa verso i fratelli che soffrono.<ref name=trapianti/>
*La bella [[musica]] è un linguaggio universale che parla direttamente da [[cuore]] a cuore, oltre i muri, oltre i confini delle nazioni. (citato in [[Salvino Chiereghin]], ''La musica, divina armonia'', SEI, Torino 1953.)
*La natura ha dato, è vero, il desiderio istintivo del godimento e lo approva nelle legittime nozze, ma non come fine a se stesso, bensì insomma per il servizio della vita. (da ''Discorso al Congresso Unione Cattolica Italiana Ostretiche'' del 1951)
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*Per la paternità universale, che che è propria del nostro ufficio, formiamo nell'intimo del cuore il voto ardente che siano risparmiati all'Europa, grazie alle tue iniziative, alla fermezza, al tuo animo di italiano, più vaste rovine e più numerosi lutti; e in particolar modo sia risparmiata al nostro popolo e al tuo diletto paese una così grande calamità. (da una lettera a [[Benito Mussolini]]; citato in [[Gianni Padoan]], ''La grande crociata di Pio XII'', Historia, n. 145, dicembre 1969, Cino del Duca)
*{{NDR|[[Teresa di Lisieux]] è un}} Piccolo tabernacolo di Dio vivente. (citato in Antonio M. Sicari, ''Una santa famiglia. Teresa di Lisieux e i suoi genitori Zelia Guérin e Luigi Martin'', Editoriale Jaca Book, 2008)
*Prima di affrontare il tema propriamente detto, ci sia permesso di fare due osservazioni di carattere più generale. La terminologia che appare nelle "memorie" e nei testi stampati distingue "autoinnesto", trapianti di tessuto da una parte all'altra del corpo dello stesso individuo; "omoinnesto", trapianti di tessuto da un individuo ad un altro della stessa specie (cioè in questo caso da uomo a uomo); "eteroinnesto", trapianti di tessuto tra due individui di specie differenti (cioè, qui, tra un animale e un organismo umano). Quest'ultimo caso esige alcune precisazioni dal punto di vista religioso e morale. Non si può dire che tutti i [[trapianto|trapianti]] di tessuto (biologicamente possibili) tra individui di specie differenti sia moralmente condannabili; però non è neanche certo che nessun trapianto eterogeneo, biologicamente possibile, sia proibito o che non possa offrire alcuna obiezione. Bisogna distinguere ogni caso concreto, ed esaminare quale tessuto o quale organo si tratta di trapiantare. Il trapianto - nell'uomo - di ghiandole sessuali animali, si deve rifiutare come immorale, al contrario, il trapianto di cornea da un organismo non umano a uno umano non introdurrebbe nessuna difficoltà morale, se fosse biologicamente possibile e indicata.<ref name=trapianti/>
*Questo voto l'umanità lo deve alle centinaia di migliaio di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento. (dal [http://www.totustuus.biz/users/magistero/p12rad42.htm radiomessaggio] di Natale del 1942)
*Un mondo antico giace in frantumi. Veder sorgere al più presto da queste rovine un mondo nuovo, più sano, giuridicamente meglio ordinato, più in armonia con le sue esigenze della natura umana: tale è l'anelito dei popoli martoriati! (radiomessaggio del 1° settembre 1944; citato in [[Gianni Padoan]], ''La grande crociata di Pio XII'', Historia, n. 145, dicembre 1969, Cino del Duca)