Louis de Wohl: differenze tra le versioni

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"Roma è al tramonto" sentenziò il senatore Albino. Bevve un sorso di vino e poi, abbassando il calice, ne esaminò la coppa intagliata nell'ametista. "Molto raffinato" commentò con ammirazione. "Mi domando dove trovino pietre abbastanza grosse da ricavarne oggetti simili. Davvero elegante." <br /> Il senatore Boezio aggrottò la fronte. "In India, credo" disse, lanciando uno sguardo di ammonimento alla moglie. <br /> Ma Rusticiana non lo notò nemmeno. Era pallida, e le tremavano le mani. "Roma è davvero finita" disse, con il respiro affannoso, "se non restano più romani. E a quanto vedo è così."
===Citazioni===
*E'È questo il guaio dei [[miracolo|miracoli]]: per liquidarli bisogna fare ricorso a teorie talmente strampalate da risultare meno plausibili dei miracoli stessi. (p. 112)
*E'È nella natura dei doni divini arricchire chi li elargisce, invece che impoverirlo. (p. 159)
*Erano stati compiuti atti terribili in quel luogo, nel corso dei secoli e ancora quello stesso anno, malgrado gli editti contro i sacrifici. Il culto di divinità ancora più antiche e oscure era confluito in quelli di Apollo e Giove; idoli sanniti e pelasgi, placabili solo con i cuori delle vergini e i corpi dei neonati. Sulla terra non esisteva niente di peggio di quel pervertimento che tramutava la celebrazione di Dio in idolatria dei demoni, l'amore in degradazione servile, il rispetto reverenziale in terrore irrazionale, la santa gioia in riti orgiastici. (p. 241)