Trapianto: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Nel 1995}} Il trapianto di organi, principalmente fegato, rene, cuore, polmone è ormai una realtà consolidata. Un trapianto non fa più notizia perché è diventato un intervento quasi di routine. L'unico ostacolo alla sua diffusione è rappresentato dalla scarsa disponibilità di organi dovuta purtroppo a scarsa organizzazione e spesso a cattiva volontà. ([[Silvio Garattini]])
*Il vero problema è che il prezzo da pagare per salvare queste vite è quello tragico di sopprimerne altre. Si vuole sostituire il principio utilitaristico secondo cui si può fare il male per ottenere un bene, alla massima occidentale e cristiana secondo cui non è lecito fare il male, neppure per ottenere un bene superiore. Se un tempo i "segni" tradizionali della morte dovevano accertare che una persona viva non fosse considerata morta, oggi il nuovo criterio harvardiano pretende di trattare il vivente come un cadavere per poterlo espiantare. ([[Sandro Magister]])
*La donazione è una scelta di civiltà che testimonia una piena adesione ai principi di solidarietà cui si ispira la Carta costituzionale. ([[Donato Marra]])
*La gente ha abbastanza buon senso da capire che i "morti cerebrali" non sono veramente morti. La morte cerebrale non è altro che una comoda finzione. Fu proposta e accettata perché rendeva possibile il procacciamento di organi. ([[Peter Singer]])
*La giustificazione scientifica di questa scelta<ref>Nel 1968 il "rapporto di Harvard" ha cambiato la definizione di morte, basandosi non più sull'arresto cardiocircolatorio, ma sull'elettroencefalogramma piatto e quindi sulla [[w:Morte cerebrale|morte cerebrale]]</ref> risiede in una peculiare definizione del sistema nervoso, oggi rimessa in discussione da nuove ricerche, che mettono in dubbio proprio il fatto che la morte del cervello provochi la disintegrazione del corpo. Come dimostrò nel 1992 il caso clamoroso di una donna entrata in coma irreversibile e dichiarata cerebralmente morta prima di accorgersi che era incinta; si decise allora di farle continuare la gravidanza, e questa proseguì regolarmente fino a un aborto spontaneo. Questo caso e poi altri analoghi conclusi con la nascita del bambino hanno messo in questione l'idea che in questa condizione si tratti di corpi già morti, cadaveri da cui espiantare organi. Sembra, quindi, avere avuto ragione Jonas quando sospettava che la nuova definizione di morte, più che da un reale avanzamento scientifico, fosse stata motivata dall'interesse, cioè dalla necessità di organi da trapiantare. ([[Lucetta Scaraffia]])
*La verità è che la definizione della morte cerebrale fu proposta dalla Harvard Medical School, nell'estate del 1968, pochi mesi dopo il primo trapianto di cuore operato da Christian Barnard (dicembre 1967), per giustificare eticamente i trapianti di cuore, che prevedevano che il cuore dell'espiantato battesse ancora, ovvero che, secondo i canoni della medicina tradizionale, egli fosse ancora vivo. L'espianto, in questo caso equivaleva ad un omicidio, sia pure compiuto "a fin di bene". La scienza poneva la morale di fronte a un drammatico quesito: è lecito sopprimere un malato, sia pure condannato a morte, o irreversibilmente leso, per salvare un'altra vita umana, di "qualità" superiore? ([[Sandro Magister]])
*{{NDR|Nel 1995}} Però la funzione degli organi trapiantati tende purtroppo a deteriorarsi abbastanza rapidamente nel tempo. La sopravvivenza media di un rene e di un cuore trapiantato è di circa 8 anni, come lo era due decenni or sono, e ciò nonostante i notevoli progressi nella terapia anti-rigetto. Ciò vuol dire che tutto sommato una buona percentuale dei pazienti trapiantati si ritrova dopo alcuni anni nelle stesse condizioni di partenza. Mentre per il rene esiste la possibilità di ritornare alla dialisi, per il cuore e per il fegato è necessario trovare un altro organo, non sempre reperibili, per un secondo trapianto. ([[Silvio Garattini]])
*Ragionare sulla vita e la morte, farlo soprattutto nelle condizioni drammatiche in cui sono costretti a farlo i familiari dei donatori, non è immaginabile quando si è distrutti dal dolore per la perdita. Dovrebbe essere un tema sul quale si siano maturate delle convinzioni a freddo, in modo razionale, in un momento lontano dal dramma, aiutati da campagne costruite su valide basi scientifiche. ([[Cinzia Sasso]])