Gérard Calvet: differenze tra le versioni

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*Nella Luce divina, e solo in essa, possiamo percepire la verità delle creature, il loro carattere sacro e che incanta, il mistero della loro vocazione! (p. 13)
*Come non vedere in questa grande opera della creazione così nuova e armoniosa, una lode naturale, un canto, un'ovazione, per non dire un'immensa liturgia cosmica? (p. 13)
*Il Verbo incarnato non è solo Re delle nazioni; egli esercità una sovranità su tutto l'universo, e la creazione acquisisce una nuova dignità non solo dopo che la terra si è fatta sgabello dei suoi piedi - ''scabellum pedum tuorum'' - ma anche dopo che i rivoli di sangue, sgorgati dalle sue sacre membra, l'hanno lavata in un universale fiume d'amore. (p. 15)
*La [[liturgia]] cattolica accordata al tempo, riscatta il tempo; immersa gioiosamente nella marea delle creature, alle quali presta un immenso materiale di immagini, trasfigura l'ordine creato e lo prepara alla sua ultima trasformazione. Del vino, bevanda naturale che scalda il cuore dell'uomo, ne fa una porpora regale che avvolge il mondo, lo riabilita e lo consacra con una consacrazione più augusta di quella conosciuta nel suo primo giorno della creazione. (p. 18)
*Fino alla fine del mondo, l'anima cristiana troverà nella [[liturgia]] questa fonte di vita alla quale si sono abbeverati i nostri avi, e la visione che conservava nella loro attesa. Forse, la scuola liturgica è la sola capace, oggi come ai tempi della Chiesa primitiva, di sollevare la cappa di piombo del nostro mondo materialista e d'infondergli di nuovo il gusto della vita eterna. (p. 39)