Giuseppe Baretti: differenze tra le versioni

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*Eh, [[Antonio Genovesi|Genovesi]] mio, adopera gli abbindolati stili del [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]], del [[Pietro Bembo|Bembo]] e del [[Giovanni della Casa|Casa]], quando ti verrà ghiribizzo di scrivere qualche accademica diceria, qualche cicalata, qualche insulsa tiritera al modo fiorentino antico o moderno; ma quando scrivi le lue sublimi Meditazioni, lascia scorrere velocemente la penna; lascia che al nominativo vada dietro il suo bel verbo, e dietro al verbo l'accusativo senza altri rabeschi. (da ''Frusta letteraria'' n. 11; citato in [[Giuseppe Maffei]], ''Storia della Letteratura Italiana'', p. 51, Vol. III)
*La [[poesia]] non consiste nel dire studiatamente una cosa comune. (da ''Frusta letteraria'', in ''Opere'')
*Le nostre [[accademie]] servono assai più a moltiplicare l'adulazione fra gli uomini, e la servile dipendenza della gente studiosa e povera dalla gente ricca e ignorante, che non a moltiplicare e ad accrescere le arti e le scienze. Che gran bene hanno fatto all'Italia quelle tante accademie di cui è piena da tant'anni? Ci hann'esse resi superiori in sapere agl'Inglesi che non n'hanno che una sola, o a' Francesi che ne han poche? (da ''La Frusta letteraria'', 1830)
 
{{intestazione|Frusta Letteraria, volume IV, Lorenzo Sonzogno Editore, 1830}}