Guglielmo II di Germania: differenze tra le versioni

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*Sua Maestà trova la vita impossibile se la Prussia non l'applaude una volta al giorno, la Germania una alla settimana, e l'Europa ogni due settimane ([[Theobald von Bethmann-Hollweg]])
*Un'ebrezza più nobile e più sublime di quella che dà la birra lo sollevava sulla punta dei piedi e lo innalzava nell'aria. Egli agitava il cappello alto sopra tutte le teste, in una sfera di follia entusiatica, in un cielo dove muovono in giro i nostri sentimenti più esaltanti. Là, sul cavallo, sotto l'arco delle sfilate trionfali, con i tratti marmorei e folgoranti passava il Potere! Il Potere a cui bacianmo i piedi se passa sopra di noi! Il Potere che calpesta la fame, la rivolta e il disprezzo! Colui contro cui non possiamo niente, perché tutti lo amiamo; che abbiamo nel sangue perché vi abbiamo vi abbiamo la sottomissione! Noi siamo un atomo di lui, una infima molecola di qualche cosa che egli ha sputato! Ciascuno di noi è niente, ma in masse ordinate, come nuovi Teutoni, come esercito, come amministrazione, Chiesa, scienza, come organizzazione economica e associazioni del potere, noi ci innalziamo a piramide fino lassù, dove sta lui, pietrificato e folgorante! Noi viviamo in lui, ne siamo parte, spietati contro quelli che ne sono lontani e trionfanti anche se egli ci distrugge: perché è così che egli giustifica il nostro amore! ([[Golo Mann]])
 
Gli storici hanno spesso sottolineato l'aspetto determinante della personalità di Guglielmo II negli avvenimenti della Germania. Ad esempio, lo storico tedesco Thomas Nipperdey (1927-1992), autore di esaustivi e monumentali volumi sul periodo imperiale della Germania in un suo scritto riporta:
{{quote|Dotato ... Con una rapida comprensione, a volte brillante, con un gusto per il moderno - per la tecnologia, per l'industria, per le scienze - ma allo stesso tempo superficiale, frettoloso, inquieto, incapace di rilassarsi, senza il minimo concetto di serietà, senza qualsiasi desiderio di duro lavoro o volontà di vedere le cose fino in fondo, senza alcun senso di sobrietà, di equilibrio e confini, o anche per la realtà e i problemi reali, incontrollabile e scarsamente in grado di apprendere dall'esperienza. Era alla disperata ricerca di applausi e del successo, e - come [[Otto von Bismarck|Bismarck]] disse ben presto su di lui - voleva che ogni giorno fosse il suo compleanno; era romantico, sentimentale e teatrale, insicuro e arrogante, con un'incommensurabile fiducia in se stesso e la voglia di mettersi in mostra, come un giovane cadetto, che non ha mai perso il tono da mensa ufficiali nella sua voce, e, sfacciatamente, ha voluto giocare la parte del signore della guerra supremo; pieno di timor panico di una vita monotona, senza deviazioni, e ancora senza meta, patologica nel suo odio contro la madre inglese.|Thomas Nipperdey in ''Deutsche Geschichte 1866–1918''.<ref>Da Richard J. Evans, ''Rereading German History: From Unification to Reunification, 1800–1996'', Routledge, p. 39.</ref>}}
Lo storico David Fromkin scrive invece sul difficile rapporto che Guglielmo II aveva con la Gran Bretagna:
{{quote|Fin dall'inizio, la metà tedesca che era in lui era in guerra con l'altra metà inglese. È stato selvaggiamente geloso degli inglesi: pur volendo essere britannico, voleva essere migliore di quello che gli inglesi erano, e al tempo stesso li odiava e si sentiva risentito contro di loro perché non lo accettarono mai appieno.|David Fromkin in ''The King and The Cowboy: Theodore Roosevelt and Edward the Seventh, Secret Partners'', The Penguin Press, 2008, p. 87.}}
 
Riguardo all'egocentrismo del Kaiser, il cancelliere che condivise con lui il potere durante la prima guerra mondiale, [[Theobald von Bethmann-Hollweg]], disse:
{{quote|Sua Maestà trova la vita impossibile se la Prussia non l'applaude una volta al giorno, la Germania una alla settimana, e l'Europa ogni due settimane.}}
 
Un altro aspetto della personalità di Guglielmo II fu l'incrollabile fede per la monarchia. Al tempo della Repubblica di Weimar, nel 1932, quando era da tempo in esilio, il figlio [[Guglielmo di Prussia (1882-1951)|Federico Guglielmo]] ricevette la richiesta dalla fazione monarchica tedesca di candidarsi alle elezioni. L'ex sovrano gli impose il suo diniego:
{{quote|[…] Se accetterete questo incarico dovrete giurare fedeltà alla Repubblica e non si è mai visto un Hohenzollern giurare fedeltà alla repubblica e mai si vedrà. Se dopo aver vinto le elezioni tenterete di prendere il potere personalmente dovrete rompere il vostro giuramento [alla Repubblica] e mai si è visto un Hohenzollern venir meno alla parola data.<ref>Günter Grützner e Manfred Ohlsen, ''Schloss Cecilienhof und das Kronprinzenpaar'', Museums- und Galerie-Verlag, Berlino 1991, S. 46</ref>}}
 
==Note==