Manuel Vázquez Montalbán: differenze tra le versioni

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sistemo ult. ins. – suppongo...
m Automa: Sostituzioni normali automatiche di errori "tipografici".
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*Nuotava a bracciate cieche contro il mare irritato, rideva quasi gemendo quando picchiava con i pugni chiusi la faccia bavosa delle onde più alte. Si beffavano della sua forza, lo staccavano dalla mobile consistenza del fondo di sabbia e conchiglie bianche, lo sollevavano con finta dolcezza e lo spingevano verso il largo o lo spostavano in diagonale, come se lo volessero trascinare verso i gorghi fatali. Cercò una zona di mare più calmo, per riprendere fiato e e toccare fondo con piede sicuro. Ma nell'alzare gli occhi, constatò che il cielo blu aveva perso la battaglia contro le nubi e contro il mondo intero, e che anche lui si trovava sotto un esasperante tendone grigio. E inoltre, il tuono risuonò come un avvertimento giunto dall'ovest trasformandosi quasi senza indugio in un a pioggia calda, inizialmente mite, poi furiosa, come fili di pietra intenti a inchiodarlo, introiettarlo nella sua battaglia persa contro gli elementi. Rimanere li con l'acqua al petto, con il diluvio sulla testa, con le acque del cielo mescolate con le lacrime che gli uscivano a fiotti dagli occhi, con i singhiozzi sempre più incontrollabili. Attraverso le cortine d'acqua e di lacrime, il mare era un opzione: o procedere verso le profondità definitive e affondare per sempre la pietra scura che gli occupava il cervello, o tornare in spiaggia per recuperare la penombra di una fuga frustrata. Tuttavia, il tiepido mare in cui era immerso lo avvolgeva con un calore protettivo, come una coperta, il corpo di una donna o la sensazione di chiudersi in una casa una sera d'autunno, con la pioggia fuori dalla finestra.. In qualche luogo dove abitano i ricordi, cominciò a crescere il viso della donna fino ad occupargli tutta la testa per riversarsi poi fuori e diventare un orizzonte totale di lineamenti diluiti dalle acque. (da ''La rosa di Alessandria'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli)
*Ho tutti i mondi in questo mondo (La rosa di Alessandria, traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli)
*"Ciascuno è figlio delle proprie azioni " (Storie di politica sospetta)
*“Carvalho"Carvalho suole guardare le donne dall’altodall'alto in basso, a metà strada tra la morale ugualitaria della gioventù che lo costringe a guardarle direttamente in faccia e le concessioni maschiliste permesse a se stesso mano a mano che invecchia." (Storie di politica sospetta).
*«il passato è il luogo dove abitano le cause, vale a dire i colpevoli. Per questo i colpevoli insistono tanto sull'inutilità del passato. Vogliono un mondo senza colpevoli ma quando la cosa risulta impossibile, quando il passato resuscita la colpa, i colpevoli tornano a uccidere, tornano ad essere quello che sono sempre stati. Assassini». (Storie di politica sospetta).
*" Cara Charo, alla mia partenza per Buenos Aires per un lavoro, ho incominciato a scriverti per sciogliere un equivoco. Le cose non sono andate come tu credi, Charo. Forse dovremmo accettare che non siamo dei ragazzini e che ci giochiamo la possibilità di vivere, bene o male, gli ultimi anni che ci rimangono, senza troppa vecchiaia. Charo, cosa sarebbe per te e per me una soluzione normale? Esistono soluzioni normali dopo i cinquant'anni o rimane soltanto la paura di decadere, di invecchiare senza dignità e in solitudine? Qui tutto è finito e tutto puó ricominciare in qualsiasi momento. In ogni fine c'è un inizio come in qualsiasi posto, ma non sono ancora arrivato in nessun posto dal quale non voglia andare via, e mi fa tanta paura che tu abbia bisogno di me come di aver io bisogno di te. Forse cercheró una scusa per rimanere ancora un po' qui. Una scusa di lavoro. Trovare mio cugino. Essere pagato. Pagare i miei debiti. Sotterrare definitivamente i morti..." (Quintetto di Buenos Aires).
* "Carvalho è gastronomicamente eclettico. Alla base dei suoi gusti sta sempre un elemento essenziale: il palato della memoria. Proprio per questo i suoi gusti fondamentali provengono dalla cucina popolare, povera e immaginaria della Spagna, la cucina di sua nonna, doña Francisca Perez Larios. ([...)] Carvalho cucina per impulso nevrotico, quando è depresso o irritato, e quasi sempre cerca una compagnia complice per mangiare quanto ha cucinato, per evitare l'onanismo della semplice nutrizione e riuscire nell'esercizio della comunicazione. (Le RIcette di Pepe Carvalho).
*"Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare; ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare...."(Ricette Immorali).
*«Le cose sono andate in un altro modo. Non c'è stato l'assalto al Palazzo d'Inverno. Barcellona, come il resto del mondo, appartiene ormai ai vincenti. I ricchi, in quanto vincitori "morali"...». (I mari del Sud).
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*Lo infastidiva ogni previo cerimoniale, ogni tappa di persuasione. Quel tipo di contatto dovrebbe essere automatico. Un uomo guarda una donna e la donna dice sì o no. E alla rovescia. Tutto il resto è cultura. (p. 95)
*Nel suo cervello incominciò a tessersi la vecchia logica di altri tempi, la logica che serviva per uniche cause ed effetti del bene e del male. Ma quando questa logica comincia a diventare esigente, un segnale d'allarme si metteva a funzionare nella mente di Carvalho e allontanava da essa ogni cavillo. Gli ripugnava perdere il benché minimo istante ad analizzare il mondo in cui viveva. Ormai da tempo aveva deciso che si trovava nel passaggio tra l'infanzia e la vecchiaia di un destino personale ed intrasferibile, di una vita che nessuno avrebbe vissuto al posto suo, né più, né meno, né meglio, né peggio. Gli altri potevano andarsene affanculo. Aveva limitato la sua capacità di provare emozioni astratte a quell'unica che gli poteva trasmettere il paesaggio. Le rimanenti emozioni era la sua pelle a procuragliele.
*[...] la Rambla si stava riempiendo del trambusto consumistico della sera e Carvalho oltrepassò lo scudo appeso all’ingressoall'ingresso del Mercato della Boqueria. Voleva cenare bene. Aveva bisogno di starsene un po’po' a cucinare mentre rifletteva sulla vicenda nella solitudine della propria casa e decise di concludere la giornata con la promessa di una buona cena. Comprò della coda di rospo e del merluzzo freschi, un pugno di vongole e peoci, alcuni gamberoni. Dalle sue braccia pendevano le borse di plastica bianca piene di tesori e si mise a camminare nel placido risveglio serale del mercato. [...].
*Era allergico ai musei, forse per controbilanciare il fascino subito in passato, le preterite adorazioni dovute al loro silenzio cattedralizio e la successiva estasi per tanto valore convenzionale. Avrebbe barattato l'opera completa di Rembrandt per un culo di donna o un piatto di spaghetti alla carbonara. (p. 95)
*Proprio così. Profondo. Meditava molto. Continuava a ripensare le cose. E per di più era un ribelle. (p. 102)