Nikolaj Vasil'evič Gogol': differenze tra le versioni

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*Ma al mondo non c'è nulla di duraturo e perciò anche la gioia, nell'attimo che segue, non è già più così viva; poi essa diventa ancor più debole e, infine, inavvertitamente si confonde con lo stato d'animo abituale, come nell'acqua un cerchio prodotto dalla caduta d'un sassolino finisce per confondersi con la superficie liscia. (da ''Il naso'', in ''I racconti di Pietroburgo'', 1967)
*Mi ero accorto che nelle mie opere avevo riso gratuitamente, senza un perché. Quando si ha da ridere val meglio ridere forte di quel che merita che tutti ridano. (da ''Confessione''; citato in Leone Pacini Savoj, introduzione a Gogol' 2004, p. 52)
 
==''Racconti di Pietroburgo''==
===Citazioni===
*Ma di lunga durata non v'ha nulla al mondo, e anche la gioia, nell'istante che segue al primo, già non è più tanto viva; al terzo istante diventa ancor più debole, e da ultimo insensibilmente si fonde col nostro stato d'animo abituale, così come sull'acqua il cerchio generato dalla caduta di un sasso si fonde, da ultimo, colla liscia superficie. (''Il naso'', II; 2000, p. 39)
*Per qualche tempo restò immobile e insensibile nel mezzo del suo lussuoso studio. Tutta la sua sostanza vitale, tutta la sua vita s'erano risvegliate in un solo istante, quasi a lui fosse tornata la giovinezza, quasi le spente scintille del suo ingegno di nuovo ardessero. Una benda era improvvisamente caduta dai suoi occhi. Dio! Aver perduto così, senza rimorso, gli anni migliori della giovinezza, avere strutta, spenta, la fiamma che forse ardeva nel petto, che forse avrebbe ora divampato in bellezza, che avrebbe forse, anch'essa, strappate lagrime d'ammirazione e di riconoscenza! E avere ucciso tutto questo, averlo ucciso senza pietà! Fu come se in quell'istante a un tratto rivivessero in lui gli impeti e gli slanci d'un tempo. Afferrò il pennello e si accostò a una tela. Il sudore dello sforzo gli scorreva per il volto; si tendeva tutto in un unico desiderio e ardeva d'un unico pensiero: voleva rappresentare un angelo caduto. Questa idea era la più consona alla sua disposizione di spirito. (''Il ritratto'', I; 2000, pp. 85 sg.)
 
==''Taras Bul'ba''==