Umberto Galimberti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Mauro Lanari (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Riga 4:
==Citazioni==
*Da centro di irradiazione simbolica nelle comunità primitive, il corpo è diventato in Occidente il negativo di ogni "valore", che il sapere, con la fedele complicità del potere, è andato accumulando. (da ''Il corpo'')
*{{NDR|In tema di [[aborto]]}} [[Kant]] ci ha insegnato che l'uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo. Obbligare le donne alla generazione ogni volta che sono, rimangono incinte, significa trattare il corpo delle donne come mezzo di riproduzione, ma trattare il corpo della donna come mezzo di riproduzione confligge appunto con l'indicazione di Kant, che poi non è solo quella di Kant ma anche l'indicazione cristiana, che l'uomo va trattato come un fine e non come un mezzo, che l'[[uomo]] è persona e non strumento di generazione. Il problema si ripropone in [[Italia]] a causa della sudditanza generalizzata dei politici italiani nei confronti delle esigenze della Chiesa cattolica: io quando vedo le genuflessioni sia a destra che a sinistra nei confronti della [[Chiesa]] cattolica, mi domando: dov'è mai lo [[Stato]] italiano? Il quale per definizione come ogni Stato deve essere [[laico]], intendendo con la parola laico, laico è una parola greca che vuol dire "bene comune". Allora il laico è colui che deve farsi carico delle istanze di tutti, non delle istanze di un principio di [[fede]]: questa è una cosa molto importante. I laici ritengono poi di non poter disporre di una morale che non discenda dal voler di Dio, ma una [[morale]] che discende dal volere di [[Dio]] è tipica delle morali primitive, dove gli uomini non sapendo dare delle leggi a se stessi hanno dovuto ancorarla ad una volontà superiore. Ma dopo abbiamo avuto l'[[illuminismo]], abbiamo cominciato a ragionare; anche se con poco coraggio, il nostro cervello lo sappiamo anche usare. E allora a questo punto è possibile benissimo costruire una morale laica, fondata innanzitutto su quel principio di [[Kant]] che abbiamo segnalato, e poi su un altro principio, molto importante: che la morale è fatta per gli uomini, non gli uomini per la morale. Questa è un'altra frase di Kant che fa, che riproduce esattamente con un altro linguaggio quello che [[Gesù]]|Gesù Cristo]] aveva detto: il sabato è fatto per gli uomini, non gli uomini per il sabato. Cioè: guai a piegare l'uomo alla legge e assumere la legge come giudizio nei confronti dell'uomo, perché quello che c'è da salvare non è il principio della legge, quello che c'è da salvare è l'uomo. (dall'intervento radiofonico ''Corpo delle donne'', Podcast Radio Feltrinelli)
*L'[[amore]] è tra me e quel fondo abissale che c'è dentro di me, a cui io posso accedere grazie a te. L'amore è molto solipsistico; e tu, con cui faccio l'amore, sei quel Virgilio che mi consente di andare nel mio Inferno, da cui poi emergo grazie alla tua presenza (perché non è mica detto che chi va all'Inferno poi riesca a uscire di nuovo). Grazie alla tua presenza io emergo: per questo non si fa l'amore con chiunque, ma con colui/lei di cui ci si fida; e di che cos'è che ci si fida? Della possibilità che dopo l'affondo nel mio abisso mi riporti fuori. (da ''La casa di psiche'')
*Il luogo della mia passione di pensiero è il rapporto tra [[ragione]] e [[follia]]. Ben consapevole che la follia ci abita e che è il costitutivo. Che è ciò che ci tratteggia anche somaticamente, per cui abbiamo questa faccia per quel tanto di follia da cui ci siamo riusciti a far invadere.
*Mi era venuto il dubbio che la [[filosofia]] fosse una grande difesa contro la [[pazzia]]. [...] E ancora di questo sono convinto oggi, perché sono convinto che i nevrotici studiano [[psicologia]] e gli psicotici filosofia. Perché se noi consideriamo, chi si iscrive a filosofia? Si iscrive a filosofia una persona che vuole risolvere dei problemi, senza andare da qualcuno. [...] Sotto ogni [[filosofo]] sottintendo un folle che vuole giocare un po' con la sua [[follia]], e al tempo stesso non vuole diventar folle e quindi si arma per tenere a bada attraverso una serie di buoni ragionamenti, che qui si imparano... a tenere a bada la follia. (da una conversazione nel ''Master in Comunicazione e Linguaggi non Verbali'', Università Ca' Foscari di Venezia, dicembre 2007).
*[[Socrate]] diceva non so niente, proprio perché se non so niente problematizzo tutto. La [[filosofia]] nasce dalla problematizzazione dell'ovvio: non accettiamo quello che c'è, perché se accettiamo quello che c'è, ce lo ricorda ancora [[Platone]], diventeremo gregge, pecore. Ecco: non accettiamo quello che c'è. La filosofia nasce come istanza critica, non accettazione dell'ovvio, non rassegnazione a quello che oggi va di moda chiamare sano realismo. Mi rendo conto che realisticamente uno che si iscrive a filosofia compie un gesto folle, però forse se non ci sono questi folli il mondo resta così com'è... così com'è. Allora la filosofia svolge un ruolo decisamente importante, non perché sia competente di qualcosa, ma semplicemente perché non accetta qualcosa. E questa non accettazione di ciò che c'è non la esprime attraverso revolverate o rivoluzioni, l'esprime attraverso un tentativo di trovare le contraddizioni del presente e dell'esistente, e argomentare possibilità di soluzioni: in pratica, [[pensare]]. E il giorno in cui noi abdichiamo al pensiero abbiamo abdicato a tutto. (dall'incontro ''Intellégo – Percorsi di emancipazione, democrazia ed etica'' di Copertino, 25 gennaio 2008)
 
Riga 17:
*Se il bisogno di rassicurare la propria intrinseca insicurezza genera la [[fedeltà]], il bisogno di non annullarsi nell'altro genera il [[tradimento]].
*Tutto questo per dire che l'[[amore]] non è possesso, perché il [[possesso]] non tende al bene dell'altro, né alla lealtà verso l'altro, ma solo al mantenimento della [[relazione]], che, lungi dal garantire la [[felicità]], che è sempre nella ricerca e nella conoscenza di sé, la sacrifica in cambio di sicurezza.
*Tradendolo, l'altro lo consegna a se stesso e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno [[Gesù]] scelse [[Giuda Iscariota|Giuda]] per incontrare il suo destino.
 
{{intestazione|''dì che ti mando io'', 6 dicembre 2003}}
Riga 184:
*L'amore svanisce perché nulla nel tempo rimane uguale a se stesso.
*Si fa presto a dire "amore". Ma quel che c'è sotto a questa parola lo conosce solo il diavolo.
*Tra i seguaci entusiasti di Tissot {{NDR|N.d.r.: il medico svizzero [[w:it:Samuel- Auguste Tissot|Samuel Auguste Tissot]]}} incontriamo [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] e [[Immanuel Kant|Kant]], per i quali chi si [[masturbazione|masturba]] non è dissimile dal "[[suicidio|suicida]]" che distrugge con una gesto la vita che il masturbatore sacrifica nel tempo. (p. 48)
*E così il [[Illuminismo|secolo dei Lumi]], che per Kant segna "l'emancipazione dell'umanità da uno stato di minorità", di fronte alla masturbazione si rivela molto più arretrato, ossessivo e persecutorio di quanto non siano stati i secoli precedenti, regolati dalla religione che forse, più della [[ragione]], ha dimestichezza con la carne e con le sofferenze della sua solitudine. (p. 50)
{{NDR|Umberto Galimberti, ''Le cose dell'amore'', Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 2005}}
Riga 234:
*Umberto Galimberti, ''Psichiatria e fenomenologia'', Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2006.
 
== Altri progetti==
{{interprogetto|w|cat}}
===Opere===
{{Pedia|Il segreto della domanda||}}
 
[[Categoria{{DEFAULTSORT:Filosofi italiani|Galimberti, Umberto]]}}
[[Categoria:PsicoanalistiAccademici italiani|Galimberti, Umberto]]
[[Categoria:ScrittoriFilosofi italiani|Galimberti, Umberto]]
[[Categoria:Psicoanalisti italiani]]
[[Categoria:Saggisti italiani]]