Laurell K. Hamilton: differenze tra le versioni

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*Di solito si parla del dolore come qualcosa di morbido, per analogia con le lacrime, con l'acqua. Invece la vera sofferenza è fuoco e roccia, aere dil cuore, schianta l'anima sotto un peso di montagne, annienta: anche se si continua a respirare e a muoversi, si muore. La persona che si era fino a poco prima muore, in un attimo, nello stridere delle lamiere e nell'impatto tra due automobili, scompare, insieme con tutto ciò che è solido e reale, e non ritorna. Il mondo rimane spaccato in eterno, costringendo a camminare sopra una crosta terrestre attraverso cui si può sempre percepire nel sottosuolo la pressione della lava, il calore che brucia e carni, fonde le ossa, avvelena l'aria. Per sopravvivere s'inghiotte quel calore, per non precipitare e per non morire davvero s'inghiotte tutto l'odio, lo si comprime nelle profondità interiori, nella tomba fresca, la quale è tutto ciò che rimane di ciò che si credeva sarebbe stato il mondo. (da ''Blood Noir'')
 
{{IntestazioneInt|Intervista a ''I.H. Magazine'', |a cura di Alba Petrella, 23 novembre 2005}}
*I miei primi quattro [[libri]] erano caratterizzati dalla cosiddetta regola 70/30. Questo lo dico a beneficio di coloro che magari pensano di volere iniziare a [[Scrittori|scrivere]]: 70% spazzatura e 30% oro. Il fatto è che devi scrivere tutto il 100% per ottenere quel 30% di metallo prezioso, ma quel 70% lo puoi sempre correggere, sistemare. Man mano che ho migliorato la scrittura, si è ridotta notevolmente quella porzione di spazzatura.
*Non avrei mai pensato che un giorno centinaia e centinaia di persone si sarebbero messe pazientemente in fila, per ore, per avere un autografo. Non pensavo certo che i miei libri avrebbero toccato così profondamente i lettori, che vedono questi personaggi come amici.