Manuel Vázquez Montalbán: differenze tra le versioni

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*Lo infastidiva ogni previo cerimoniale, ogni tappa di persuasione. Quel tipo di contatto dovrebbe essere automatico. Un uomo guarda una donna e la donna dice sì o no. E alla rovescia. Tutto il resto è cultura. (p. 95)
*Nel suo cervello incominciò a tessersi la vecchia logica di altri tempi, la logica che serviva per uniche cause ed effetti del bene e del male. Ma quando questa logica comincia a diventare esigente, un segnale d'allarme si metteva a funzionare nella mente di Carvalho e allontanava da essa ogni cavillo. Gli ripugnava perdere il benché minimo istante ad analizzare il mondo in cui viveva. Ormai da tempo aveva deciso che si trovava nel passaggio tra l'infanzia e la vecchiaia di un destino personale ed intrasferibile, di una vita che nessuno avrebbe vissuto al posto suo, né più, né meno, né meglio, né peggio. Gli altri potevano andarsene affanculo. Aveva limitato la sua capacità di provare emozioni astratte a quell'unica che gli poteva trasmettere il paesaggio. Le rimanenti emozioni era la sua pelle a procuragliele.
*[...] la Rambla si stava riempiendo del trambusto consumistico della sera e Carvalho oltrepassò lo scudo appeso all’ingresso del Mercato della Boqueria. Voleva cenare bene. Aveva bisogno di starsene un po’ a cucinare mentre rifletteva sulla vicenda nella solitudine della propria casa e decise di concludere la giornata con la promessa di una buona cena. Comprò della coda di rospo e del merluzzo freschi, un pugno di vongole e peoci, alcuni gamberoni. Dalle sue braccia pendevano le borse di plastica bianca piene di tesori e si mise a camminare nel placido risveglio serale del mercato. [...].
*Era allergico ai musei, forse per controbilanciare il fascino subito in passato, le preterite adorazioni dovute al loro silenzio cattedralizio e la successiva estasi per tanto valore convenzionale. Avrebbe barattato l'opera completa di Rembrandt per un culo di donna o un piatto di spaghetti alla carbonara. (p. 95)
*Proprio così. Profondo. Meditava molto. Continuava a ripensare le cose. E per di più era un ribelle. (p. 102)