Vittorio Foa: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Vittorio Foa==
*Adesso si scandalizzano se vedono volare pugni. Ma anche allora succedevano queste cose: però il pomeriggio, tutti insieme, facevamo la [[Costituzione della Repubblica italiana|Costituzione]].<ref>Citato in ''Panorama, Edizioni 1552-1553'', Mondadori, 1996, p. 162.</ref>
*Bisogna guardare la concretezza dei [[fatto|fatti]] […] dobbiamo vedere non le idee generiche ma come si possono realizzare le cose.<ref>Citato nel TG 3 del 30 luglio 2007.</ref>
* Il [[fascismo]] è stato un fenomeno storico che ha avuto un inizio e una fine e farlo diventare una categoria ideologica è un errore pericoloso. Il male nuovo che c'è non si chiama fascismo. Credo che il male, l'intolleranza, la pulizia etnica e altro, ci siano e vadano combattuti, ma se io le chiamo "Fascismo" sono portato a rivedere le vecchie lotte e non le nuove.<ref>Da unDall'intervista fatta dadi Fabio Andriola e tratta da, ''L'Italia Settimanale'', dell'8 settembre 1995.</ref>
*Non bisogna accusare l'[[indisciplina]]. Non c'è niente di male ad essere indisciplinati se nell'indisciplina c'è una volontà. La cosa peggiore è quando l'indisciplina non c'è più, quando si sceglie di dare retta agli altri.<ref>Dal sito www.cgil.it del 20 ottobre 2008, per ricordare la scomparsa di Vittorio Foa.</ref>
*Ogni vera [[libertà]] personale non può esprimersi altrimenti che nel poter scegliere il modo di rinunciarvi.<ref>Da ''Lettere della giovinezza'', Einaudi, Torino, 1998, p. 866.</ref>
*Sarebbe ora di finirla con questa ''damnatio memoriae'' per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti ed ai comunisti o filocomunisti pentiti. C'è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali – anticomunisti e antifascisti – che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni.<ref>Da ''Il Messaggero'' del 13 agosto 2006.</ref>
* Se vogliamo che le cose [[meglio|migliorino]] dobbiamo pensare che possano migliorare; la scelta è fra un mondo di possibilità e un mondo di fallimenti.<ref>Citato in Vittorio Foa, Miriam Mafai, Alfredo Reichlin, ''Il silenzio dei comunisti'', Einaudi, Torino, 2002, p. 112.</ref>
*Un giornalista vuol sapere perché la [[Sinistra]] non è stata capace di raccogliere la protesta che è venuta dalla Lega Nord. Suggerisce: forse la caduta delle motivazioni ideali ha tolto alla Sinistra la sua storica capacità di rappresentare la protesta. L'argomento è ricco di sviluppi, la Sinistra è cattiva quando ha gli ideali perché sono ideali di Sinistra ed è cattiva quando non ha più ideali perché lascia spazio all'avventura. Cerco di spiegare: la Sinistra è sempre stata capace di esprimere la protesta dei poveri, di quelli che non hanno nulla da perdere, ed è invece stata incapace di esprimere la protesta di quelli che hanno qualcosa da perdere ed hanno paura. Cos'è la Destra se non questa paura? Ma perché la paura di perdere qualcosa deve essere per la Sinistra socialmente, politicamente, irrilevante?<ref>Da ''Passaggi'' (1992), in ''Passaggi, Laicicattolici'', - I maestri del pensiero democratico, - I progetti del ''Corriere della Sera'', n. 15, pp. 37-38.</ref>
 
== Note ==
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