Isabella Santacroce: differenze tra le versioni

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*Il primo aereo. Cosa da niente. Londra, Berlino, capitali esotiche. Qualsiasi scelta pur di sollevarti da questa riva già studiata. A memoria. Ogni microparticella. Ogni suono. Prepotente bisogno di emozioni nuove. Non è scappare. Non è paura. Può salvarti non respirare più salsedine.
 
*Camminavo in una primavera mediterranea. Sola. Ancora oceani di pensieri inquieti acceleravano ritmi cardiaci sincopati e ansiosi. Nel confuso di un tramonto marino. Il porto a pochi passi. Liberi i gabbiani in volo. La mia ombra addosso rimproverava sicurezze più che ventenni. Mi vorrei forte e coraggiosa. Pensavo. Integra stella lucente e intanto lame metalliche mi stringevano stronze i fianchi saziandosi, rubando il dolce rimasto sulla mia pelle. Frenetica inquietitudineinquietudine bisognosa di felice quiete. Cosi poetico e triste insieme. Sentirmi romantica nel tramonto. Come sempre musica di violini elettrificati registrati in nebbiose pianure padane ad azzerare il sonoro naturale delle onde nervose.
 
*Viziosa incontentabile esistenza. Nel tramonto. Tutto ti ricorda tutto qua e sono tanti i ricordi da sedare, annullare, abbandonare. Parole e volti da evitare cercando sconosciute situazioni. Reinventare. Reinventarsi un passato e un futuro. Nuova polvere e nuove acque. Camminavo lentamente sulla mia cattiva terra mentre l'arancio del sole penetrava infuocato l'orizzonte.