Denis Diderot: differenze tra le versioni

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*Il [[bontà|buono]] vive in società, il [[male|malvagio]] da solo.<ref>Citato in [[Indro Montanelli]] e [[Roberto Gervaso]], ''L'Italia del Settecento'', Rizzoli, 1971.</ref>
*La cosa peggiore è la posizione stentata in cui ci tiene il [[bisogno]]; l'uomo bisognoso non cammina normalmente; egli salta, striscia, si contorce, si trascina, passa la vita ad assumere e a eseguire delle posizioni.<ref>Da ''Il Nipote di Rameau''.</ref>
*Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona. <ref> Da ''Interpretazione della natura'', a cura di P.Omodeo, Roma, Editori Riuniti 1995, p.36</ref>
*Nessun uomo ha avuto dalla natura il diritto di comandare sugli altri. La libertà è un dono del cielo e ogni individuo della stessa specie ha il diritto di fruirne non appena è dotato di ragione. [...] Il potere acquistato con la violenza è mera usurpazione e dura solo finché la forza di chi comanda prevale su quella di coloro che obbediscono; sicché, se questi ultimi diventano a loro volta i più forti e si scrollano di dosso il giogo, lo fanno con altrettanto diritto e giustizia di chi l'aveva loro imposto. La stessa legge che ha fondato l'autorità la distrugge; è la legge del più forte.<ref>Da ''Il pensiero politico dell'illuminismo'', a cura di E. Tortarolo.</ref>
*Quando si [[credere|crede]] troppo, si rischia tanto quanto si crede troppo poco.<ref>Citato in [[Karlheinz Deschner]], ''Sopra di noi... niente'', Ariele, 2008.</ref>