Dino Risi: differenze tra le versioni

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*Chissà come direbbe [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] se fosse vivo oggi. Chissà che direbbe della guerra in Iraq. Chissà cosa direbbe [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] se vedesse un quadro di [[Jackson Pollock|Pollock]]. Chissà cosa direbbe [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] di fronte alle sculture di Moore. E [[Leonardo da Vinci]] dello sbarco sulla Luna. E [[Napoleone Bonaparte]] dell'[[Attentati dell'11 settembre 2001|11 settembre]], lui che non si preoccupava per la morte di due milioni di uomini. (p. 146)
*La scienza ci dice che camperemo fino a centottant'anni, e presto saremo immortali. Dovremo cominciare a preoccuparci seriamente del tempo libero. (p. 146)
*Il [[telefono cellulare]], o telefonino. La più grande [[invenzione]] dell'umanità dopo la ruota. Una scoperta che ha rivoluzionato il mondo. Il mondo senza pareti, senza muri, senza segreti. L'incomunicabilità che va a farsi fottere. Fine della [[privacy]]. Sappiamo tutto di tutti. (p. 147)
*Mi piace l'estate, quando le ragazze vanno per la strada in sottoveste, quando le bruttine diventano carine e le carine diventano belle, i ministri e i sottosegretari sono abbronzati, le annunciatrici e gli annunciatori in televisione hanno cambiato faccia, sappiamo tutto sulle balene e sugli amori degli elefanti, i topi attraversano le strade, rivediamo Walter Chiari, Tognazzi e Vianello, i semafori segnano giallo, Bruno Martino canta: «E la chiamano estate, / questa estate, senza te...». (pp. 148-149)
*Ai tavolini di via Veneto i letterati chiamavano [[Alberto Lattuada|Lattuada]] la «piccola vendetta lombarda», [[Alberto Moravia]] era l'Amaro Gambarotta. [[Vincenzo Cardarelli]], che in piena estate indossava tre cappotti uno sopra l'altro, «il più grande poeta italiano morente». (pp. 150-151)