John Fante: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*Figli – bah, borbottò. Odiano il loro padre.... Si vergognano della propria carne e del proprio sangue.... Meglio morire. Ti seppelliscono. Ti dimenticano... (da ''Full of Life'')
*La cucina : il vero regno di mia madre, l'antro caldo della strega buona sprofondato nella terra desolata della solitudine, con pentole piene di dolci intingoli che ribollivano sul fuoco, una caverna d'erbe magiche, rosmarino e timo e salvia e origano, balsami di loto che recavano sanità ai lunatici, pace ai tormentati, letizia ai disperati. Un piccolo mondo venti-per-venti: l'altare erano i fornelli, il cerchio magico una tovaglia a quadretti dove i figli si nutrivano, quei vecchi bambini richiamati ai propri inizi, col sapore del latte di mamma che ancora ne pervadeva i ricordi, e il suo profumo nelle narici, gli occhi luccicanti, e il mondo cattivo che si perdeva in lontananza mentre la vecchia madre-strega proteggeva la sua covata dai lupi di fuori. (da ''La confraternita del Uva'')
*Le donne di [[Napoli]] sono dei maiali. Sono maiali grassi con dei vestiti sciatti, di solito neri, macchiati di salsa di pomodoro, urina, grasso, o dalla cacca di un bebè. [...] Ma devo anche spiegare che sono meravigliose, ognuna ha il volto della madre di Dio e le mani contorte, incallite e tenere delle donne che hanno passato la vita a badare ai propri figli e ai propri uomini. (da ''Lettera a Joyce Fante'', c. 28-30 luglio 1957; in ''Tesoro, qui è tutto una follia: lettere dall'Europa, 1957-1960'', traduzione di Alessandra Osti, Fazi, 1999)
*Meglio morire di bevute che morire di sete. (Angelo Musso; da ''La Confraternita del Uva'')
 
==''Chiedi alla polvere ''==
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— Non necessariamente.<br>
— Nessuna femmina scalcia così tanto.
 
==''La confraternita dell'uva''==
*La cucina : il vero regno di mia madre, l'antro caldo della strega buona sprofondato nella terra desolata della solitudine, con pentole piene di dolci intingoli che ribollivano sul fuoco, una caverna d'erbe magiche, rosmarino e timo e salvia e origano, balsami di loto che recavano sanità ai lunatici, pace ai tormentati, letizia ai disperati. Un piccolo mondo venti-per-venti: l'altare erano i fornelli, il cerchio magico una tovaglia a quadretti dove i figli si nutrivano, quei vecchi bambini richiamati ai propri inizi, col sapore del latte di mamma che ancora ne pervadeva i ricordi, e il suo profumo nelle narici, gli occhi luccicanti, e il mondo cattivo che si perdeva in lontananza mentre la vecchia madre-strega proteggeva la sua covata dai lupi di fuori. (da ''La confraternita del Uva'')
*Meglio morire di bevute che morire di sete. (Angelo Musso; da ''La Confraternita del Uva'')
*Poi accadde. Una sera, mentre la pioggia batteva sul tetto spiovente della cucina, un grande spirito scivolò per sempre nella mia vita. Reggevo il suo libro tra le mani e tremavo mentre mi parlava dell'uomo e del mondo, d'amore e di saggezza, di delitto e di castigo, e capii che non sarei mai più stato lo stesso. Il suo nome era [[Fëdor Michailovič Dostoevskij]]. Ne sapeva più lui di padri e figli di qualsiasi uomo al mondo, e così di fratelli e sorelle, di preti e mascalzoni, di colpa e di innocenza. Dostoevskij mi cambiò. ''L'idiota'', ''I demoni'', ''I fratelli Karamazov'', ''Il giocatore''. Mi rivoltò come un guanto. Capii che potevo respirare, potevo vedere orizzonti invisibili. (pp. 81-82, ed. Einaudi)
 
==''Sogni di Bunker Hill''==
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*John Fante, ''Full of Life'', traduzione di Alessandra Osti, Einaudi, 2009. ISBN 9788806171421
*John Fante, ''La confraternita del Chianti'' (''The Brotherwood of the Grape'', 1977), traduzione di Francesco Durante, Marcos y Marcos, 1995.
*John Fante, ''La confraternita dell'uva'' (''The Brotherwood of the Grape'', 1977), Einaudi, 2004.
*John Fante, ''Sogni di Bunker Hill'' (''Dreams for Bunker Hill'', 1982), traduzione di Francesco Durante, Einaudi, 2004.