John Keats: differenze tra le versioni
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*Ho la continua sensazione che la mia vita reale sia finita, e che stia vivendo un'esistenza postuma. (da ''Lettera a Charles Brown'', 30 novembre 1820)
*{{NDR|A Charles Brown}} Mi riesce difficile dirti addio anche per lettera. Sono sempre stato goffo nel fare l'inchino. (da ''Lettera a Charles Brown'', 30 novembre 1820)
==''Ode su un'urna greca''==
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*Quando lasciò l'[[Inghilterra]] per morire, nel 1819, Keats non aveva la [[forza]] di scrivere. Riuscì comunque a rivedere una [[poesia]], mentre giaceva nella cuccetta della nave che lo portava a sud. Era un sonetto che cominciava con le [[Parola|parole]] ''Bright star, would I were stedfast as thou art'': "O stella ardente, foss'io costante come tu sei". La lirica, l'ultima da lui completata, non indugia sulla malinconia dell'esilio, anche se racchiude una visione distaccata del [[mondo]], osservato dall'alto, dal punto di vista di una [[stella]]. ([[Sebastian Faulks]])
*Una mattina di [[aprile]], rientrando in [[casa]] dal giardino, Keats ficcò alcuni fogli di carta dietro una pila di [[Libro|libri]] su uno scaffale, per metterli in salvo dallo zelo eccessivo della cameriera nel riordinare. Quando l'amico Brown gli domandò di che cosa si trattasse, lui rispose che non era niente di speciale. Mentre Keats era assente dalla stanza, Brown li ripescò dal loro nascondiglio e scoprì che in [[realtà]] contenevano l'''Ode a un usignolo'', che Keats aveva scritto quella [[Mattino|mattina]] sotto un susino. Il giorno prima quella poesia non esisteva. ([[Sebastian Faulks]])
==Bibliografia==
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*Elido Fazi, ''L'amore della luna'', Fazi Editori, Roma, 2005. ISBN 88-81-12654-0
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*[[Percy Bysshe Shelley]]
*[[George Gordon Byron|Lord Byron]]
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