Assolutamente sì: differenze tra le versioni

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* ''Assolutamente sì'' è assolutamente insopportabile. Rivela infatti tre debolezze. La prima è la rassegnazione: lo dicono tutti, lo dico anch'io. La seconda è la piaggeria davanti all'inglese: ''assolutamente sì'' è figlio di ''absolutely''. La terza debolezza è la più inquietante: diciamo ''assolutamente sì'' perché siamo convinti che il ''sì'' non basti. La più bella, semplice e netta tra le affermazioni italiane —come sanno bene gli amanti e gli sposi — è affievolita dall'abitudine, minata dalle bugie, segnata dalla disattenzione. [...] L'italia era il «bel paese là dove 'l sì suona» ([[Dante Alighieri]], ''Inferno'', Canto XXXIII, v. 80). È diventato lo strano posto dove rimbomba l'''assolutamente sì''. ([[Beppe Severgnini]])
 
* «Assolutamente sì»: Simona Ventura non è più capace di dire «sì» o «no». Come tutti i ragazzini, e come Fedro del [[Grande Fratello (programma televisivo)|Grande Fratello]], sente il bisogno di aggiungere l'avverbio rafforzativo, anche in contersti in cui è totalmente inutile. Glielo hanno fatto notare ieri nel corso di ''[[Quelli che il calcio]]''. In una sola serata è rriuscita a raggiungere vertici da record; e anche ieri non si è risparmiata e ha chiuso la trasmissione, passando la liena a [[Enrico Varriale]], con un «assolutamente sì». ([[Aldo Grasso]])
 
* «Assolutamente». Un avverbio e un aggettivo apparentemente innocenti, da qualche tempo, condiscono i nostri discorsi e in modo così pervasivo che non ce ne accorgiamo «assolutamente» più: per l´appunto, assolutamente e assoluto. Tutto è assolutamente, tutto è assoluto. Facciamoci caso. È perfino superfluo esemplificare: tutto ciò che si fa e si dice è sotto il segno dell'assoluto. Neppure più il «sì» e il «no» si sottraggono alla dittatura dell'assoluto: «assolutamente sì», «assolutamente no» ([[Gustavo Zagrebelsky]], ''...E il sig. B. ci ha cambiato anche il linguaggio. La neolingua del Cavaliere'', ''[[la Repubblica]]'', 4 ottobre 2010)
 
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