Eutanasia: differenze tra le versioni

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* Ognuno di noi ha diritto a disporre della propria vita, fino a quando questo non danneggia gli altri. Quindi sono favorevole all'eutanasia. ([[Luigi Luca Cavalli-Sforza]])
* Siamo di fronte a una strana alleanza fra cultura tecnocratica e cultura religiosa cattolica: entrambe cercano la sopravvivenza a tutti i costi. Ma la cultura cattolica possiede almeno un senso della sofferenza del morente, che è estraneo alla tecnica, interessata soltanto al buon funzionamento dell'apparato. ([[Sergio Givone]])
*Siamo padroni della nostra esistenza, fino al punto di decidere di non lasciarla continuare quando ci concede solo sofferenza e quando ci ha privato di tutta la dignità della quale potevamo disporre. ([[Carlo Flamigni]])
*Si fa sempre più forte la tentazione dell'eutanasia, cioè di impadronirsi della morte, procurandola in anticipo e ponendo così fine «dolcemente» alla vita propria o altrui. In realtà, ciò che potrebbe sembrare logico e umano, visto in profondità si presenta assurdo e disumano. Siamo qui di fronte a uno dei sintomi più allarmanti della «cultura di morte», che avanza soprattutto nelle società del benessere, caratterizzate da una mentalità efficientistica che fa apparire troppo oneroso e insopportabile il numero crescente delle persone anziane e debilitate. Esse vengono molto spesso isolate dalla famiglia e dalla società, organizzate quasi esclusivamente sulla base di criteri di efficienza produttiva, secondo i quali una vita irrimediabilmente inabile non ha più alcun valore. ([[Giovanni Paolo II]])
*Le questioni legate alle cure mediche, in particolare alla fine della vita e quando non si è più in grado di esprimersi, sono divenute più complesse anche per effetto di un progresso medico scientifico che non dominiamo appieno. Ci pongono di fronte a interrogativi di non facile soluzione e richiedono di essere affrontate senza arroccamenti dogmatici. Se è necessaria una legge è perché le risorse tecnologiche di cui dispone oggi la medicina consentono a volte di strappare un corpo alla morte, senza restituirlo pienamente alla vita recuperando le facoltà intellettive del paziente. Occorre dunque chiedersi se sia giusto utilizzare ogni terapia, anche quando è evidente che non serve più o, addirittura, può servire solo a prolungare una agonia. Siamo chiamati tutti, laici e credenti, uomini di destra e di sinistra, medici e malati, a riflettere sui limiti della scienza, che può alleviare la sofferenza ma non evitare la naturale conclusione dell'esistenza. ([[Ignazio Marino]])