Laico: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Carlo Flamigni+1
Riga 18:
*La stessa libertà religiosa, che è uno dei pilastri della libertà senza aggettivi, è durevolmente garantita solo dal principio di laicità. L'unico antidoto alla barbarie dei conflitti di civiltà e alle guerre di religione. Per questo la laicità dello Stato è un principio non negoziabile, che sta al fondo della politica moderna. Le mezze soluzioni sono soluzioni gravemente sbagliate. ([[Fabio Mussi]])
*Laicità, di per sé, è un senso etico, credo. È una regola non scritta che ti tiene insieme, è un codice, che viene prima del genuflettersi verso l'Oriente o del farsi il segno della croce. Se tu avessi quello, non importa se ti genufletti verso Oriente o ti fai il segno della croce; ma se tu hai solo il segno della croce o solo il genufletterti, lì è un problema. La laicità non è soltanto sapere che risposte dare ai casi di coscienza; è identità, è qualcosa che si è sedimentato nel tempo, e se ne parliamo è perché non riusciamo a definirla, a trovarla. L'angelo, il diavolo ti tirano come vuoi: chi è che non crede più agli angeli custodi? Tutti. È comodo credere agli angeli custodi: sono epifenomeni della religione non molto diversi dalle veline, gli angeli custodi. È tutto pret-à-porter. ([[Marco Paolini]])
*Laicità è anche un termine che molti interpretano in modo sbagliato, qualche volta sinceramente, qualche volta capziosamente: conosco molte persone che lo ritengono un sinonimo ipocrita di anticlericalismo.<br />E la sfortuna della parola giunge al suo culmine quando la si sostituisce con un suo sinonimo, laicismo, da usare con il disprezzo che meritano tutte le posizioni oltranziste (tranne quelle religiose); in realtà nel Dizionario di Politica curato da Bobbio, Matteucci e Pasquino, la voce non è "laicità" ma proprio "laicismo", ed è a firma di Valerio Zanone, che come liberale e come laico non dovrebbe aver bisogno di presentazioni. Ma la nozione di laicità è stata disintegrata in una serie di concetti correlati ai quali è stato attribuito un significato negativo, o è stata variamente aggettivata, in modo da costruire un sistema nel quale sotto lo stesso nome si possono identificare differenti concetti, solo alcuni dei quali suscettibili di un giudizio positivo. Così al concetto di laicità si è assegnato il significato di "relativismo", o quello di "anticlericalismo"; si è cercato di identificare nel laicismo un tipo di laicità degenerata, nello stesso modo in cui si assegna al moralismo un valore negativo, dimenticando che in molti dei dizionari più consultati di filosofia e di politica – come quello di Abbagnano e quello di Bobbio, Matteucci e Pasquino, esiste solo laicismo e non c’è alcun accenno a laicità. ([[Carlo Flamigni]])
*Le virtù del laico sono altre: il rigore critico, il dubbio metodico, la moderazione, il non prevaricare, la tolleranza, il rispetto delle idee altrui, virtù mondane e civili. ([[Norberto Bobbio]])
*Nel vocabolario corrente, laico è chi non crede, laicista è colui che crede che chi crede non abbia alcuna ragione per credere. Non è uno scioglilingua. Il laico non appoggia la propria concezione del mondo su una fede rivelata; il laicista ritiene che qualunque fede rivelata non abbia senso, se non banalmente privato, come un tic o un vizietto. L'uno non crede, o non riesce a credere, ma riconosce che la fede è una dimensione dell'esperienza umana che svolge una funzione propria, ad esempio il conferimento di senso alla vita, l'attribuzione all'uomo di un ruolo nel mondo, l'interpretazione del male. L'altro, il laicista, nega questa dimensione: la fede per lui è un'illusione o un fraintendimento o uno scacco alla ragione. ([[Marcello Pera]])