Plinio Corrêa de Oliveira: differenze tra le versioni

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*L'amore verso Dio del cavaliere proviene da una nozione molto limpida della Sua infinità, della Sua gloria, della Sua grandezza, del Suo splendore, della Sua bontà e misericordia. E' proprio perché il cavaliere possiede questa nozione in alto grado che egli mostra, nei confronti di Dio, un devoto e profondo rispetto. Questo rivela una grande profondità di anima. Perché, per arrivare a questa nozione e a questo rispetto, serve molta profondità spirituale. <ref> Citato in ''Tradizione Famiglia e Proprietà'', anno 16, n. 2, Giugno 2010, p. 27. </ref>
 
*La combattività è la disposizione a sacrificare la vita per qualcosa che ne valga la pena. Questo sacrificio totale l'uomo lo compie per uno di due motivi: o per vanità o per amore verso il sublime. Il vero cavaliere combatte sempre per amore del sublime. <ref> Citato in ''Tradizione Famiglia e Proprietà'', anno 16, n. 2, Giugno 2010, p. 27. </ref>
 
*S'inganna singolarmente chi suppone che l'azione della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] sugli uomini sia semplicemente individuale, e che essa formi persone, ma non popoli, né culture o civiltà. (''ibidem'')
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* Tutta la sapienza, tutta la cultura e tutta l'arte dei paesi pagani anteriori a Gesù Cristo, la cui opera la Chiesa, lungi dal distruggere, elevò e immortalò; tutte le aspettative dei Profeti che imploravano la Redenzione di tutto il genere umano; tutto il sangue dei nostri martiri; tutta la santità di tante anime che nel decorrere della Storia sono state elevate agli onori degli altari; le veglie di tanti dottori; l'amore di tanti apostoli; tutto ciò, tutto questo immenso tesoro naturale e soprannaturale è come depositato nelle nostre mani! Se lo faremo vincere, trasmetteremo questo inestimabile caudale di valori ai secoli venturi. Se non lo faremo vincere, questo tesoro sarà inutile per milioni di anime e forse non produrrà la pienezza dei suoi frutti durante decine di secoli. E Nostro Signore potrà ben chiederci un resoconto di tale sconfitta, facendoci la terribile domanda che si legge nella Sacra Scrittura: "Quae utilitas in sanguine meo?" "Quale utilità ci fu nel mio sangue?" (da ''Legionario'', n. 489, 25-01-1942)
 
*Un uomo non mette a rischio la propria vita senza una nozione esatta del motivo di quel rischio, e senza un amore elevato per ciò che deve difendere. Se questa nozione o questo amore difettano, il cavaliere non sarà coraggioso nell'ora della lotta. Il coraggio del cavaliere è, dunque, frutto dello spirito di Fede portato fino alle sue ultime conseguenze. <ref> Citato in ''Tradizione Famiglia e Proprietà'', anno 16, n. 2, Giugno 2010, p. 27. </ref>
 
==''Rivoluzione e Contro-Rivoluzione''==