Régine Pernoud: differenze tra le versioni

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*Nei monumenti antichi, un semplice capitello ritrovato permette di ricostruire un tempio intero; se anche si ritrovassero i tre quarti di una [[cattedrale]] gotica, sarebbe impossibile ricostruire il quarto. (p. 195)
*Per il momento ci si deve accontantare di ammirare il modo con cui gli artisti del Medioevo hanno saputo fare della loro casa di preghiera, come il riassunto e l'apogeo della loro vita e delle loro preoccupazioni: esse erano non solo la visibile testimonianza della loro fede, della scienza sacra e profana, della liturgia, ma anche il riflesso delle loro occupazioni quotidiane; accanto ad un magistrale "Giudizio finale", vivente compendio della maestà divina e dei fini ultimi dell'uomo, si vedono contadini legare i covoni, scaldarsi accanto al fuoco, uccidere il maiale. E vi si trova anche la testimonianza di quel robusto senso della bellezza che possedevano i nostri antenati, del loro amore per la vita, della loro anima serena, amante del lavoro ben fatto, della loro immaginazione vagabonda, capace di inventare sempre forme nuove (si sa che non si vedranno mai fianco a fianco due fronde eguali nell'ornamentazione medioevale), del loro brio gioioso, che neppure in chiesa essi possono frenare; certi volti delle vetrate sono pure caricature, e certe statue sono brillanti prese in giro. (p. 200)
*Nella sua filosofia, nella sua architettura, nel suo modo di vivere, ovunque brilla una gioia di esistere, una potenza di affermazione, di fronte alle quali torna alla mente la parola scherzosa di Luigi VII, al quale si rimproverava la sua mancanza di fasto: "Noi altri, alla corte di Francia, non abbiamo che pane, vino e allegria". Parola magnifica, che riassume il Medioevo, epoca in cui si seppe, più che in ogni altra, apprezzare le cose semplici, sane e gioiose: il pane, il vino e l'allegria. (p. 259)
 
==''La spiritualità di Giovanna d'Arco''==