Régine Pernoud: differenze tra le versioni

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*Nell'inesauribile molteplicità delle sue forme, nella sua così netta individualità, la poesia medievale è anzitutto umana; essa tocca i temi eterni di ogni poesia. Ha avuto sguardi pieni di meraviglia per il mondo e per le cose: per il canto degli uccelli, per lo stormir delle fronde nella foresta, per lo zampillio delle sorgenti, per l'incanto delle serate di luna. (p. 161)
*Senza dubbio è una delle bellezze del Medioevo questa cortesia, ove tutto era nobiltà di cuore, delicatezza di spirito e mistico rispetto per la donna. Ma sarebbe pura assurdità credere che in un'epoca di intensa vita come quella, non vi siano stati accenti più profondi e appassionati. (p. 168)
*Il pensiero di Dio è inseparabile dalla poesia medievale. (p. 180)
*Il Medioevo ebbe una predilezione per il culto della Vergine, la sua gentile immagine "più dolce fiore che non sia la rosa" anima l'insieme della poesia, sia profana che sacra. (p. 181)
*Ogni opera, nel Medioevo, è a suo modo una Somma. (p. 188)
*Come è stato fatto notare più di una volta, i templi antichi sono attaccati alla terra: le loro colonne massicce, l'assoluta regolarità della loro pianta, i canoni che ne determinano la disposizione e la decorazione, le loro linee orizzontali; tutto in esso si oppone alle nostre cattedrali, dove la linea è verticale, dove la cuspide punta verso il cielo, dove la simmetria è disdegnata senza che l'armonia sia compromessa, dove infine le esigenze della tecnica si alleano alla fantasia dei capimastri con facilità sconcertante. Esaminando da vicino una cattedrale gotica si è sempre tentati di vedervi una specie di miracolo: miracolo di quelle colonne mai rigorosamente allineate e che tuttavia sopportano il peso dell'edificio, miracolo di queste volte che ruotano, si incrociano, girano su sé stesse e si scavalcano: miracolo di quelle pareti traforate nelle quali entra spesso più vetro che pietra; miracolo infine dell'intero edificio, meravigliosa sintesi di fede, d'ispirazione e di pietà. (p. 195)