Giovanni Giraldi: differenze tra le versioni

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* Il [[Giovanni Gentile|Gentile]] aveva sempre scritto che non c'è posto per l'immediatezza, e che "tutto è mediazione". E sbagliava; perché, proprio lui, era il teorico dell'atto puro; atto puro significa che ogni atto è nuovo, spontaneo, dunque senza una mediazione che lo porta sulle mani già aperte. Questo suo atto puro era l'equivalente dell'immediatezza, o del sentire puro. (''Autobiografia come filosofia'' e pagine integrative, in ''Sistematica'' NN. 156-15, p. 35)
* La Ragione, che fornisce i suoi diagrammi, non esaurisce il risultato; quell'Idea che si attua come mondo e come Umanità nella sua forma attualmente ultima, rivela di essere anche una forza; non solo pensa come attuare se stessa, ma anche dispone di una adeguata potenza attualizzatrice; essa, per dirla con parole d'uso, non è solo Mente, ma anche Volontà; non è solo idee ma impulso, slancio, ebbrezza; è esplosione, è davvero big bang, sebbene non nella sola forma degli astrofisici attuali. Schopenhauer la chiama Volontà ("Ville"); Bergson "élan vital"; qualche altro Eros; voci diverse di qualcosa che caratterizza l'Idea e la traduce in modo più pieno di quanto non faccia quando si danno i soli schemi della Logica razionale. Se non si dà il debito risalto a questo aspetto "fattivo" dell'Idea, si ha una visione precisa, ma non intera, della concretezza operativa. (''Autobiografia come filosofia'' e pagine integrative, in ''Sistematica'' NN. 156-15, pp. 58-59)
* L'[[Incarnazione]] non è avvenuta una sola volta in Gesù, ma è in atto sempre: si ha un’autoctisi eterna, una vera immanenza del divino nel reale, mediatrice l’Idea, la Ragione<ref name=DA>[http://www.dialetticaattualistica.it/un-centenario-che-vogliamo-ricordare/ ''Un Centenario che vogliamo ricordare''], ''DialetticaAttualistica'', 15 novembre 2011)</ref>.
* Nella [[solitudine]] scopri te essere il pianto di [[Dio]]. (''Elogio della Solitudine'', in ''Sistematica'' NN. 120-121)
* Non vi è liquidità nel pensiero, proprio perché l'idea ci diventa comune, perché ad essa andiamo come ad un presupposto identico, perché nell'idea poniamo la nostra pace dopo la peregrinazione, perché siamo chiamati ad una fermezza che sia anche la verità, non più mobilizzabile. Anche il più spumeggiante tra i diveniristi crede fermo almeno il suo cuore. (''Autobiografia come filosofia'' e pagine integrative, in ''Sistematica'' NN. 156-15, p. 47)
* Si deve riconoscere che Gentile, con impegno e genialità speculativa, ha reso al Soggetto la sua dignità, che è la dignità dell’Atto; resta obliterata la dignità dell’Oggetto: questo ''usque recurrit''<ref name=DA>[http://www.dialetticaattualistica.it/un-centenario-che-vogliamo-ricordare/ ''Un Centenario che vogliamo ricordare''], ''DialetticaAttualistica'', 15 novembre 2011)</ref>.
* Un [[scopo|fine]] è immanente ad ogni forma di [[scelta]], o [[decisione]]. Scelgo, innanzitutto, per capire meglio; scelgo per essere più certo nelle mie certezze; scelgo per uscire da una immobilizzazione che mi pesa; scelgo anche perché si deve esplorare che cosa eventualmente si presenta alla vista navigando su nuove rotte. (''Autobiografia come filosofia'' e pagine integrative, in ''Sistematica'' NN. 156-15, p. 49)