Giordano Bruno/Citazioni su Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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:''Dixit quod non debet nec vult rescipiscere, et non habet quid rescipiscat nec habet materiam rescipiscendi, et nescit super quo debet rescipisci''.<ref group="fonte">Citato in [[Vincenzo Spampanato]], ''Vita di Giordano Bruno'', Casa editrice Giuseppe Principato, Messina, 1921 (Gela editrice, Roma, 1988), p. 776.</ref><ref>Sono le parole che Bruno, interrogato nelle carceri del Santo Uffizio il 21 dicembre 1599, pronuncia invitato a un ultimo pentimento. A riportarle è tal Flaminio Andriani, notaio dell'Inquisizione.</ref>
*Iordanum dixisse, che Cain fu huomo da bene e che meritamente uccise Abel suo fratello, perché era un tristo e carnefice d'animali. [...]<br />Ragionandosi di quei che ammazzavano li animali, mostrava d'haverli compassione e diceva che faceano male, e che Abel era stato un carnefice [...].<br />Ragionando seco de li huomeni giusti, Giordano dicea che non ve n'era alcuno, e che il primo huomo che fu tenuto giusto, che fu Abel, era un carnefice homicidial di animali, e che havea meritato esser ammazzato, e che Cain era un huomo da bene et havea fatto bene ammazzar Abel.<ref group="fonte">Dalle deposizioni di Frate Celestino e Francesco Graziano (compagni di cella di Giordano Bruno a Venezia); citato in Firpo 1998, p. 273.</ref><ref name="Wikibooks">Vedi la [[b:Baruch Spinoza/Terzo capitolo#L'esempio di Bruno|spiegazione del fatto]] in Wikibooks.</ref>
*Per il che essendo stato visto e considerato il processo contra di te formato e le confessioni delle tuoi errori ed eresie con pertinacia ed ostinazione, benché tu neghi essere tali, tutte le altre cose da vedersi et considerarsi: proposta prima la tua causa nella Congregazione nostra generale, fatta avanti la Santità di N. Signore sotto il dì 20 di Gennaro prossimo passato, e quella votata e resoluta, siamo venuti all'infrascritta sentenzia. [...] nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo e della sua gloriosissima Madre sempre Vergine Maria [...] dicemo, pronunziamo, sentenziamo e dichiaramo te fra Giordano Bruno predetto essere eretico impenitente pertinace ed ostinato, e perciò essere incorso in tutte le censure ecclesiastiche e pene dalli sacri canoni, leggi e costituzioni così generali come particolari a tali eretici confessi, impenitenti, pertinaci ed ostinati imposte. [...] ti rilasciamo alla Corte di voi Mons. Governatore di Roma qui presente, per punirti delle debite pene. [...] che voglia mitigare il rigore delle leggi circa la pena della tua persona, che sia senza pericolo di morte o mutilazione di membro.<ref group="fonte">Dal verbale della condanna di Bruno, letta in sua presenza l'8 febbraio 1600, archivio del Sant'Ufficio, citato in ''[http://warburg.sas.ac.uk/mnemosyne/Bruno/pdf/1802290268.pdf Nuovi documenti sul processo di Giordano Bruno]'', in ''Giornale critico della filosofia italiana'', anno VI, fascicolo II, aprile 1925, in Bibliotheca Bruniana Elettronica, Warburg Institute & Istituto italiano per gli studi filosofici.</ref>
 
==Note==