Giovanni Giraldi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Senet (discussione | contributi)
Senet (discussione | contributi)
Riga 12:
 
==''Barel''==
* Certamente, io sono consenziente in tutto con Barel, ma di «consenso estetico». Se parla bene, se la sua forma è definitiva, ecco il mio consenso estetico. Non condivido sempre il suo pensiero; molte volte sono d'accordo anche sul pensiero; ma sempre sono d'accordo quando la forma è valida. Consenso estetico e consenso teoretico. (p. 576)
* [[Hegel]] ha ragione. La sua verità è amara. Ma lo Spirito non è blando. Se esso ci dà il tempo di godere dei nostri libri, e di pascerci in questi giardini di fiori eternamente aperti ed odorosi, non lo fa perché esso sia clemente, né perché ci usi riguardi, né perché ci riconosca qualche diritto. Noi abbiamo solo da accettare questo privilegio, pronti a vedercelo ritirare; perché siamo sempre cianfrusaglie. (ediz. 2011, ''Note di estetica'', p. 573)
* L'autore del libro è una cosa; e il libro è un'altra cosa. Se il libro vale, esso è Spirito. L'autore non sarà mai altro che lo strumento dello Spirito. Ad opera finita, lo si può ''perdere'' senza rammarico. In ogni caso, son due cose diverse. Omero: chi era costui? (p. 574)
* Per qualche tempo, Barel - che trovò il suo nome alcuni anni più tardi - era una immagine di me; ma, nel seguito, non lo fu più. (pp. 574-575)
*Certamente, io sono consenziente in tutto con Barel, ma di «consenso estetico». Se parla bene, se la sua forma è definitiva, ecco il mio consenso estetico. Non condivido sempre il suo pensiero; molte volte sono d'accordo anche sul pensiero; ma sempre sono d'accordo quando la forma è valida. Consenso estetico e consenso teoretico. (p. 576)
* La poesia esprime lo stato d'animo d'un momento - che potrebbe durare un'ora o una vita intera -; mentre in un libro di filosofia si scrivono cose che si presume siano vere per tutti e per sempre. (p. 576)
* Per qualche tempo, Barel - che trovò il suo nome alcuni anni più tardi - era una immagine di me; ma, nel seguito, non lo fu più. (pp. 574-575)
 
==''Gesù''==
* Gesù, diventato Cristo, è ancora fortemente giudaico; quando diventò il Logos, nel Ternarium trinitario, fu reso decisamente platonico; Gesù Cristo darà reso oggetto di volontà d'ortodossia; le dommatiche lo chiuderanno entro formule che vogliono essere «esclusive», ed escludenti; le teologie cercheranno, qualche volta, di rompere la scorza delle definizioni dommatiche, ma sempre saranno tenute a questa o a quella ortodossia. Gesù, diventato Cristo, aveva diritto di essere lasciato libero da restrizioni umane; tanto valeva lasciarlo nella sua sfera umana soltanto (come Gesù). Noi siamo davanti alla necessità di riprendere il filo là dove le dommatiche lo hanno tagliato; Gesù, traslato nella sfera del divino, non può fermarsi ad essere il Cristo; e neanche il Logos; egli deve essere il veramente libero da ogni condizionamento, deve essere Gesù Libero, Iesoūs Eléutheros. Le teologie e le dommatiche non diventano superflue; esse hanno svolto un grande ruolo nel passato; possono averne altro nell'avvenire; non siamo che alla preistoria del Cristianesimo; la storia di Gesù riparte oggi; per ripartire senza condizionamenti basta esser coerenti col significato della sua traslazione nel non-umano. Chiediamo la liberazione di Gesù. Se Egli resta solo il Cristo, non è ancora interamente libero. Cadranno le vigenti dommatiche? I dizionari teologici diventeranno glossari di archeologia e di filologia? Ma di cosa vi preoccupate, o uomini di poca fede...! Gesù non vale più dei vostri dizionari e dei vostri concilii? (in ''Sistematica'' NN. 156-157, Pergamena Edizioni, p. 13-14)