Mario Tobino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Raoli (discussione | contributi)
Aggiunto incipit, ordine alfabetico
Riga 6:
*Solo stando solo un uomo è libero, cioè è lui. (da ''Opere scelte'', a cura di Paola Italia, Mondadori, 2007)
 
==[[Incipit]] de ''Gli ultimi giorni di Magliano''==
==''Per le antiche scale''==
Non mi ricordo bene, doveva essere un circa trenta mesi fa. Tornavo dalla passeggiata che dalla casa del Francese riporta al manicomio.<br>
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
==''Il clandestino''==
===[[Incipit]]===
C'è una piazza a Medusa che da tutti vien chiamata ''Piazza Grande'', anche se possiede un altro nome. È a forma di un quadrato; antichi platani si ergono lungo i suoi lati.<br>Le case intorno sono basse, a un solo piano, tinte di quel colore grigio, senza illusioni, che a volte sembra l'emblema della Toscana.<br>Tra le altre case la chiesa della Misericordia si distingue non per l'altezza ma perché la facciata ha nel suo mezzo una porta grande ed ha un colore più intenso, quasi un sudore, simile a quei santi di pietra che a forza di essere toccati e implorati prendono un aspetto umano. È la piazza più antica del paese e all'inizio del Novecento, quando Medusa era soltanto abitata da marinai, calafati e pescatori, nelle solenni festività di Natale e Pasqua era densa di capannelli, formati da uomini che del mare sapevano tutto, l'amavano e lo temevano, marinai esperti e coraggiosi, ascoltati dai giovani nel più profondo silenzio.
Il dottor Anselmo abitava in manicomio. Mangiava alla mensa; aveva una stanza. Lo stipendio era gramo. Tutto era ristretto.<br>Solo chi c'è passato sa come fu il dopoguerra in Italia – quello della seconda [[guerra]] mondiale – per uno che durante la dittatura italiana aveva vivamente sperato; da ogni parte scenari che cadevano, trionfo della materia, il [[denaro]] e la carne più dominanti di prima. La nuova [[lussuria]] invogliava le masse alla completa servitù.<br>Anselmo si era ritirato; faceva vita di ospedale, di manicomio.
 
===Citazioni===
*Fu un amore, amici,<br>che doveva finire;<br>credemmo che gli uomini fossero santi,<br>i cattivi uccisi da noi,<br>credemmo diventasse tutta festa e perdono, <br>le piante stormissero fanfare di verde,<br>la morte premio che brilla<br>come sul petto del bambino<br>la medaglia alle scuole elementari.<br>Con pena, con lunga ritrosia,<br>ci ricredemmo.<br>Rimane in noi il [[giglio]] di quell'amore. (p. 9)
*Niente di male. Si può sognare tutto. Non c'è imputabilità. Il [[sogno]] è veramente libero, non lo può arrestare nessuno.
*«I partigiani possono essere ricchi?»<br>«Quelli del paese no, sono comunisti. Quelli forestieri non lo so.» (p. 193)
*In certi momenti mi illudo di sfiorare la verità. Basterebbe ancora un poco. Poi di nuovo buio, e ancora buio.
*La [[pazzia]] è come le termiti che si sono impadronite di un trave. Questo appare intero. Vi si poggia il piede, e tutto fria e frana. [[Follia]] maledetta, misteriosa natura.
 
{{NDR|Mario Tobino, ''Per le antiche scale'', I Grandi Romanzi Italiani, Corriere della Sera, 2003.}}
 
==''Il figlio del farmacista''==
Line 30 ⟶ 31:
*Le foglie guardano il [[sole]], si rivolgono sicuramente a lui; esse non hanno pensieri che le fuorviino; ecco perché la natura è così bella.
*L'[[Italia]] è bella, è fatta di uomini bizzarri e di eroi.
 
{{NDR|Mario Tobino, ''Il figlio del farmacista'', Oscar Mondadori, 1983.}}
 
==''La ladra''==
===[[Incipit]]===
C'è da domandarsi se ogni [[essere]] umano, piomato inparticolari circostanze, non può essere dominato dalla magia, credere a superiori influssi come in antico si imploravano gli déi.<br>Non era bella, anzi brutta, il volto angoloso, quell'[[occhio]] storto in certi [[Giorno|giorni]] di più strabiciava. Era anziana; già due figlie grandi, maritate. Quando venivano a trovarla erano distratte.
 
===Citazioni===
*Un essere umano per tanti anni in schiavitù non resiste al soffio, al vento, al bagliore di liberi sentimenti, trova così accecante la luce della fratellanza che ne rifugge, la rifiuta, ne ha paura, non ci crede, non ci vuole credere, più allegro, non gravante, naturale, più felice lo stato di prima, con le catene del lavoro ma senza interrogazioni, senza dover cambiare sentimenti, senza dover rispondere con commozione alla bontà, senza che mai nel proprio volto si debba affacciare la gratitudine, la riconoscenza, la fedeltà.
 
==''IlPer clandestinole antiche scale''==
===[[Incipit]]===
Il dottor Anselmo abitava in manicomio. Mangiava alla mensa; aveva una stanza. Lo stipendio era gramo. Tutto era ristretto.<br>Solo chi c'è passato sa come fu il dopoguerra in Italia – quello della seconda [[guerra]] mondiale – per uno che durante la dittatura italiana aveva vivamente sperato; da ogni parte scenari che cadevano, trionfo della materia, il [[denaro]] e la carne più dominanti di prima. La nuova [[lussuria]] invogliava le masse alla completa servitù.<br>Anselmo si era ritirato; faceva vita di ospedale, di manicomio.
C'è una piazza a Medusa che da tutti vien chiamata ''Piazza Grande'', anche se possiede un altro nome. È a forma di un quadrato; antichi platani si ergono lungo i suoi lati.<br>Le case intorno sono basse, a un solo piano, tinte di quel colore grigio, senza illusioni, che a volte sembra l'emblema della Toscana.<br>Tra le altre case la chiesa della Misericordia si distingue non per l'altezza ma perché la facciata ha nel suo mezzo una porta grande ed ha un colore più intenso, quasi un sudore, simile a quei santi di pietra che a forza di essere toccati e implorati prendono un aspetto umano. È la piazza più antica del paese e all'inizio del Novecento, quando Medusa era soltanto abitata da marinai, calafati e pescatori, nelle solenni festività di Natale e Pasqua era densa di capannelli, formati da uomini che del mare sapevano tutto, l'amavano e lo temevano, marinai esperti e coraggiosi, ascoltati dai giovani nel più profondo silenzio.
 
===Citazioni===
*Niente di male. Si può sognare tutto. Non c'è imputabilità. Il [[sogno]] è veramente libero, non lo può arrestare nessuno.
*Fu un amore, amici,<br>che doveva finire;<br>credemmo che gli uomini fossero santi,<br>i cattivi uccisi da noi,<br>credemmo diventasse tutta festa e perdono, <br>le piante stormissero fanfare di verde,<br>la morte premio che brilla<br>come sul petto del bambino<br>la medaglia alle scuole elementari.<br>Con pena, con lunga ritrosia,<br>ci ricredemmo.<br>Rimane in noi il [[giglio]] di quell'amore. (p. 9)
*In certi momenti mi illudo di sfiorare la verità. Basterebbe ancora un poco. Poi di nuovo buio, e ancora buio.
*«I partigiani possono essere ricchi?»<br>«Quelli del paese no, sono comunisti. Quelli forestieri non lo so.» (p. 193)
*La [[pazzia]] è come le termiti che si sono impadronite di un trave. Questo appare intero. Vi si poggia il piede, e tutto fria e frana. [[Follia]] maledetta, misteriosa natura.
*
 
{{NDR|Mario Tobino, ''Il clandestino'', Arnoldo mondadori Editore, 1962.}}
 
==Bibliografia==
{{NDR|*Mario Tobino, ''Il clandestino'', Arnoldo mondadori Editore, 1962.}}
{{NDR|*Mario Tobino, ''Il figlio del farmacista'', Oscar Mondadori, 1983.}}
*Mario Tobino, ''Per le antiche scale'', I Grandi Romanzi Italiani, Corriere della Sera, 2003.
*Mario Tobino, ''Il figlio del farmacista'', Oscar Mondadori, 1983.
*Mario Tobino, ''Il clandestino'', Arnoldo mondadori Editore, 1962.
 
== Voci correlate ==
* ''[[Le rose del deserto]]''
 
== Altri progetti==
{{interprogetto|w}}