Bruno Forte: differenze tra le versioni

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*Il [[tempo]] è la perenne novità del dono che l'Eterno fa alla creatura dell'esistenza, dell'energia e della vita, l'atto della continua creazione, l'eternità che si proietta nello spazio: esso è la partecipazione allo spazio creato del dinamismo dell'amore eterno, l'inserzione dell'esteriorità del mondo nell'interiorità di Dio, l'atto sempre nuovo per il quale ciò che è avvenuto nel primo mattino degli esseri si compie ed è accolto in ogni istante del loro esistere. (da ''Tempo splendore di Dio'' in ''Il Sole-24 Ore'', 19 maggio 2002)
*Il volto dell'Uomo dei dolori abbandonato sulle braccia della Croce non è altro da quello del "più bello dei figli degli uomini". E questo significa anche che la fragilità della carne segnata dal dolore e dal male, la scena del mondo che passa, proprio in quanto assunte dal Verbo nel Suo abbandono per amore nostro, sono state rese partecipi di un mistero di bellezza che può redimerle e trasfigurarle dal profondo: il "piccolo bene", il bene contratto del Verbo abbreviato per noi, rende bello e salvifico tutto ciò che appartiene alla piccolezza del tempo. (da ''Il volto dei volti Cristo'', a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2002, p. 59)
*L'itinerario di [[Agostino]] appare così come un cammino dalla bellezza alla Bellezza, dal penultimo all'Ultimo, per poter poi ritrovare il senso e la misura della bellezza di tutto ciò che esiste nella luce del fondamento di ogni bellezz. Ciò che unifica in modo pregnntepregnante questa duplice via di ''ek-stasis'' e di ritorno è il motivo dell'amore: in realtà, la bellezza può tanto su di noi perché ci attrae a sé con vincoli d'amore. (da ''Il volto dei volti Cristo'', a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2002, p. 53)
*La bellezza - rivelazione del limite, nel rapporto del frammento al Tutto che vi irrompe - è allora la soglia dove può compiersi quella trasgressione verso il Mistero, resa possibile dal fatto che una volta per sempre il Figlio è venuto nella carne e ha fatto sua la morte: ''quella'' morte, la morte della Bellezza, apre all'impossibile possibilità della vita, alla morte della morte, vittoria della Bellezza ultima su tutto ciò che passa. (da ''Il volto dei volti Cristo'', a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2002, p. 59)
*Morire nella Bellezza che muore è "abbandonarsi" nel seno di Dio, lasciando che tutto si trasfiguri in Colui che ci accoglie in una nuova, altra bellezza. (da ''Il volto dei volti Cristo'', a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2002, p. 59)