Rita Levi-Montalcini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
aggiunta data e fonte laurea ad honoris causa
Riga 56:
*Nella vigilia del Natale 1986, il NGF apparve di nuovo in pubblico sotto la luce dei riflettori, nel fulgore di un salone addobbato a festa alla presenza dei reali di Svezia, dei principi, di dame in fastosi abiti di gala e gentiluomini in tuxedo. Avvolto in un mantello nero, il NGF s'inchinò al re e per un attimo abbassò la visiera che gli copriva il viso. Ci riconoscemmo nella frazione di pochi secondi, quando vidi che mi cercava tra la folla che lo applaudiva. Rialzò la visiera, e scomparve così come era apparso. Ritornò alla vita errabonda nelle foreste popolate dagli spiriti che di notte vagano sui laghi gelati del Nord dove ho trascorso tante ore solitarie della mia prima giovinezza? Ci rivedremo ancora, o in quell'attimo è stato esaudito il mio desiderio di tanti anni di incontrarlo e ne perderà definitivamente le tracce? (pag. 256)
*È venuta a cadere – come prospetta il noto neurobiologo [[Gunther Stent]] – l'ipotesi che la [[creatività]] che si manifesta in campo scientifico, e consiste nella facoltà di scoprire nuovi fenomeni e leggi di natura universale, differisca da quella espressa nelle [[opera d'arte|opere d'arte]]. (pag. 275)
*La saga del Nerve Growth Factor (NGF) offre un esempio tipico di come di come la scoperta scientifica si differenzia dall'opera d'arte, non soltanto nell'origine, ma anche nelle tappe successive che hanno aperto all'osservatore nuovi orizzonti. Si tratta di un processo creativo in continua evoluzione. (pag. 276)
*Il NGF avrebbe aperto di fronte a noi panorami e orizzonti sempre più vasti nella ricerca della sua collocazione all'interno della scacchiera delle neuroscienze. (pag. 277)
*Alcuni decenni più tardi lo sviluppo di nuove tecnologie più elaborate di quelle inizialmente a nostra disposizione rese possibile la scoperta, da parte di altri ricercatori, che il NGF stimolava anche popolazioni neuronali del sistema nervoso centrale. (pag. 278)