Lucio Sergio Catilina: differenze tra le versioni

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*Valetevi di me come capo e come soldato: non vi mancherà il mio coraggio né la mia forza. Io, console, come spero, concederò tutti quei vantaggi uno ad uno; a meno che non mi venga meno il coraggio e voi preferiate restare servi più che diventare padroni.
*Salve, [[Quinto Catulo|Catulo]]. La tua singolare fedeltà, a me ben nota, che mi è stata di conforto durante le mie gravi disgrazie, mi induce a sperare che tu mi accorderai un favore. Non è mia volontà preparare una pubblica discolpa; per i fatti recenti ho stabilito di discolparmi, consapevole della mia innocenza. Puoi ben conoscere per vera la mia difesa, quanto è vero Iddio.
*Vi esorto ad essere forti e pronti e, quando entrerete in combattimento, a ricordare che voi portate nelle vostre mani destre ricchezze, onore, gloria, senza contare la libertà e la patria. Se vinceremo, non correremo più alcun pericolo; ci saranno vettovaglie in abbondanza, municipi e colonie spalancheranno le porte. Se, causa la paura, ci saremo ritirati, quei medesimi diventeranno ostili, nessun amico, nessun luogo potrà proteggere chi le armi non siano riuscite a proteggere. Inoltre, soldati, non è il medesimo bisogno ad incombere su di noi e su di loro: noi combattiamo per la patria, per la libertà, per la vita; per loro è superfluo combattere per il potere di pochi. Perciò, attaccate con maggior audacia, memori dell'antico valore! Vi sarebbe stato concesso passare la vita in esilio con il massimo disonore: alcuni di voi avrebbero potuto bramare a Roma, dopo aver perso le proprie, le ricchezze di altri. Poiché quelle azioni sembravano turpi ed intollerabili agli uomini, avete deciso di seguire queste. Se volete abbandonare questa situazione, c’è bisogno di coraggio; nessuno, se non da vincitore, ha mai cambiato in pace una guerra. In guerra il massimo pericolo è quello di coloro che di più hanno paura.
 
==Citazioni su Catilina==