Lucio Sergio Catilina: differenze tra le versioni

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*Chi io sia lo saprai da colui che ti mando; pensa in quale cimento ti trovi e ricordati che sei un uomo; considera quali provvedimenti richieda la situazione; cerca aiuto presso chiunque, anche da quelli di infima condizione. ([[Publio Cornelio Lentulo Sura]])
*Lucio Catilina, di nobili origini, godeva di gran vigore fisico e morale, ma era d'animo malvagio e depravato. Fin dall'adolescenza amò lotte civili, fatti sanguinosi, rapine, lotte intestine e tra simili fatti trascorse la giovinezza. Il suo giovane corpo resisteva alla fame, al freddo, alle notti in bianco, più di quanto ognuno potrebbe credere. Temerario, strisciante, mutevole, era bugiardo, acceso da cupidigia. Era sufficientemente eloquente ma povero di cultura. Il suo animo smodato bramava sempre, insaziabile, di conquistare vette irraggiungibili, smodate, altissime. ([[Gaio Sallustio Crispo]])
*In una città così grande e così corrotta Catilina, fatto veramente facile a realizzarsi, si circondava di schiere di ogni criminale e corrotto come guardie del corpo. Infatti qualunque depravato, adultero, crapulone aveva dilapidato i beni familiari col gioco d’azzardo, con le gozzoviglie, con la lussuria, e chi aveva contratto un grande debito con cui porre rimedio ad infamie e delitti, inoltre tutti gli assassini venuti da ogni parte, i sacrileghi, quelli riconosciuti colpevoli in processo sulla base di prove o che avevano paura della punizione per i loro crimini, inoltre coloro che la mano o la lingua alimentavano con lo spergiuro ed il sangue dei loro concittadini, infine tutti coloro che infamia, povertà rimorso d’animo tormentavano erano amici e familiari di Catilina. E se qualcuno, pur innocente, si era imbattuto nella sua amicizia, attraverso la sua frequentazione giornaliera e con gli adescamenti veniva reso in tutto simile agli altri. ([[Gaio Sallustio Crispo]])
* Aveva risposto [...] che se un qualsiasi incendio fosse stato appiccato al suo avvenire, quello avrebbe spento non con l'acqua, ma fra le rovine. ([[Marco Tullio Cicerone]])
*Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà [la tua] sfrenata audacia? (Marco Tullio Cicerone)