William Shakespeare: differenze tra le versioni

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*Non insegnare alle tue labbra tale disprezzo, perché esse furono fatte per baciare, non per disprezzare, signora. Se il tuo cuore vuole vendetta e non può perdonare, ecco questa spada affilata: se vuoi trafiggere questo petto e farne uscire l'anima che ti adora, lo denudo al colpo mortale, e umilmente in ginocchio ti chiedo la morte. (Riccardo: atto I, scena II)
*'''Anna''': Sei tu che ignori, infame,<br/>tutte le leggi di Dio e degli uomini.<br/>Non c'è bestia che sia tanto feroce<br/>da non conoscere almeno un briciolo<br/>di pietà.<br/>'''Riccardo''': Ma io non la conosco,<br/>perciò non sono bestia. (atto I, scena II; Raponi)
*Voi potete spogliarmi dei miei titoli, della mia maestà, delle mie glorie: delle mie pene, no, perché di queste ancora e sempre sarò io il re.
:Puoi depormi dalle mie glorie e dal mio stato, ma non dai miei dolori: di quelli io sono ancora il re.
*Un [[cavallo]]! Un cavallo!<br/>Il mio regno per un cavallo! (Riccardo: atto V, scena IV; Raponi)
:''A horse! a horse! my kingdom for a horse!''
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*I Sonetti di Shakespeare sono più che non mera poesia: sono un romanzo, perché Shakespeare non intrattiene con se stesso un rapporto fintamente umano – come la maggior parte dei poeti autentici – ma un rapporto consapevolmente e squisitamente e ferramente sociale […]. ([[Aldo Busi]])
 
==''Vita e morte del Re Riccardo II''==
===[[Incipit]]===
====Carlo Rusconi====
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===Citazioni===
*Più il cristallo del firmamento è terso, e vie più le nubi che l'ingombrano sembrano nere e deformi. (Bolingbroke: atto I, scena I, p. 78)
*Il diamante prezioso, racchiuso con dieci sbarre di ferro in uno scrigno, è il coraggio in un cuor leale. Il mio onor è la mia vita; tutti e due non fan che uno. (Mowbray: atto I, scena I, p. 81, Utet, 1923)
*Quella che noi appelliamo pazienza nelle anime volgari, è bassezza e viltà nei cuori magnanimi. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923)
*Il dolore allorché è profondo e vero è un peso che non si sgrava mai dal cuore. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923)
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*Nessuna virtù può eguagliare il bisogno. (Gaunt: atto I, scena III)
*La [[vanità]], insaziato cormorano, consumato tutto il resto, addenta le sue viscere. (Gaunt: atto II, scena I)
*Voi potete spogliarmi dei miei titoli, della mia maestà, delle mie glorie: delle mie pene, no, perché di queste ancora e sempre sarò io il re. (Riccardo: atto IV, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
 
===Citazioni sull'opera===
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{{Pedia|Otello||}}
{{Pedia|Re Lear||}}
{{Pedia|Riccardo II (Shakespeare)|''Riccardo II''|}}
{{Pedia|Riccardo III (Shakespeare)|''Riccardo III''|}}
{{Pedia|Sogno di una notte di mezza estate||}}