Vittorio Amedeo II di Savoia: differenze tra le versioni

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*Le armate alleate accorrono in mio aiuto, ma ancora più che sulle loro forze io conto sul valore e sulla devozione del mio popolo. {{NDR|in occasione dell'attacco francese sul Piemonte del 1691}}
 
*I nostri pensieri non sono rivolti ad altro che a cercare di vantaggiare questo Regno per rimetterlo, secondo la Grazia di Dio, al progresso dei tempi, riportarlo al suo antico lustro e a quello stato cui dovrebbe aspirare per la fecondità del suolo, per la felicità del clima, per la qualità degli abitanti e per l'importanza della sua situazione. [...] Gradiremo pertanto che per il miglioramento dello stesso [regno], che ci somministriate quei mezzi che ponno da voi dipendere a darci il modo di ridurre ad effetto le ottime nostre intenzioni di far rifiorire il regno sì nel buon ordine della giustizia, avanzamento delle scienze ed ampliazione del commercio, che per l'accrescimento delle sue forze, per la di lui propria sicurezza ed in tutto quel di più che col migliorare il suo stato ponno insieme rendere più distinta la sua estimazione nel concetto delle altre nazioni. {{NDR|Al parlamento siciliano dopo la sua elezione a Re di Sicilia}}<ref>Domenico Carutti, Storia del Regno di Vittorio Amedeo II, Torino, 1863. (ISBN non disponibile), cap. XIX</ref>
 
*Il mio alloggio è là dove la battaglia è più furiosa. {{NDR|in risposta al Re Sole che aveva offerto al duca di non bombardare i suoi appartamenti durante l'assedio di Torino nel 1706}}<ref>Dario Gariglio, 1706, l'Assedio di Torino, Torino, Blu Edizioni. ISBN 88-7904-008-1, p.57</ref>
 
*Io ho perso un grande amico, i poveri un grande padre e protettore {{NDR|sulla morte di padre Sebastiano Valfrè}}<ref>Luigi Barberis, Un grande piemontese del sec. XVII. Il beato Sebastiano Valfrè: episodi e spunti tolti da una vita anonima del 1748</ref>
 
*Cercateli dove sapete di non trovarli {{NDR|Ai suoi soldati, costretti dal Re Sole a perseguitare le minoranze Valdesi}}
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*Noi non abbiamo mezzi di conoscere il vero, e se chi ci serve si unisse per ingannarci, avremmo sempre gli occhi bendati. {{NDR|in riferimento ai suoi ministri}}
 
*No, io non sono solito né saprei ridurmi a fare le cose dimezzate od imperfette, la mia divisa è tutto o niente. Potrei non approvare le decisioni di mio figlio, ne nascerebbero dissapori, l'unità del comando ne risulterebbe rotta e il decoro della corona offeso. {{NDR|Al momento dell'abdicazione}} <ref>Domenico Carutti, Storia del regno di Carlo Emanuele III, Torino, Botta, 1859, vol. I</ref>
*L'atto è nullo e difettivo nella forma come nella sostanza. Ed è una gran fortuna che sia così; qui è tutto disordine e sono stato costretto a tornare in Piemonte per rimediare a tanta rovina. {{NDR|riguardo alla sua abdicazione}}
 
*L'atto è nullo e difettivo nella forma come nella sostanza. Ed è una gran fortuna che sia così; qui è tutto disordine e sono stato costretto a tornare in Piemonte per rimediare a tanta rovina. {{NDR|riguardo alla sua abdicazione e alla presunta incapacità a governare del figlio Carlo Emanuele III}}<ref>Storia d'Italia, Fratelli Fabbri Editore, p. 2018, vol VIII, 1965.</ref>
 
*Ognun giubila in cor suo, poiché sa che col mio ritorno il governo riprenderà quello splendore offuscatosi così repentinamente.<ref>Domenico Carutti, Storia del regno di Carlo Emanuele III, Torino, Botta, 1859, vol. I</ref>
 
==Citazioni su Vittorio Amedeo II di Savoia==
*Qui a [[Torino]] c'è il teatro, a Chambéry la mano che muove i burattini. {{NDR|Marchese d'Ormea riguardo alla pesante intromissione di Vittorio Amedeo sulla politica del figlio}}<ref>Storia d'Italia, Fratelli Fabbri Editore, p. 2016, vol VIII, 1965.</ref>
 
== Altri progetti==