Lorenzo Guadagnucci: differenze tra le versioni

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'''Lorenzo Pancioli Guadagnucci''' (1963 – vivente), giornalista italiano.
 
==''Restiamo animali''==
===[[Incipit]]===
"Hai presente una tonnara?" Era il 24 luglio 2001 e risposi con queste parole alla domanda iniziale della mia prima volta da intervistato. Ero in automobile con Sandro e Olga, miei amici e giornalisti come me. Erano passati a prendermi a Genova, arrivando da Milano, per portarmi a casa dai miei genitori a Pescia, in Toscana, dopo due giorni trascorsi in stato d'arresto all'ospedale Galliera. Ero finito lì, ricoverato d'urgenza, dopo il pestaggio alla scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001, al termine della manifestazione contro gli "Otto Grandi" riuniti nella città. Olga, all'epoca, lavorava per il quotidiano online Il Nuovo e durante il viaggio mi intervistò. Il caso del giornalista del Resto del Carlino pestato a sangue e arrestato come membro del Black Bloc faceva indubbiamente notizia. Olga mi chiese di descrivere che cos'era avvenuto dentro la scuola e io evocai l'immagine della tonnara.
 
===Citazioni===
*Specialmente dopo l'11 settembre 2001, nel nuovo clima geopolitico segnato dalla cosiddetta "guerra al terrorismo", i [[diritti umani]] sono stati strumentalizzati per azioni belliche e manovre di potere, senza alcun pudore. Hanno così perso tutta la loro purezza, la loro radicalità. Mi sono persuaso che occorre andare più a fondo e studiare le strutture del potere e del dominio per capire che cosa sono i diritti, che cos'è davvero l'eguaglianza, a prescindere dai confini di specie. Ed ecco che scoprirsi e sentirsi fratelli di tutti gli oppressi, a cominciare dai più oppressi fra gli oppressi, ossia gli (altri) animali, è un'illuminazione. La parola liberazione assume nuovi e straordinari significati. (p. 10)
*Pensavo alla penosa condizione di quei grandi pesci chiusi in un piccolo specchio di mare da un sistema di reti e di barche; pensavo a quei [[Tonno|tonni]] terrorizzati che si dibattono in mezzo al sangue, finché non vengono arpionati brutalmente dai pescatori, uno per uno, senza alcuna possibilità di fuga. L'impotenza e la disperazione di quei pesci, caduti nell'ingegnosa e crudele trappola tesa dai pescatori, mi hanno sempre impressionato. (p. 13)
*Credo di aver capito, insomma, che battersi per i [[diritti degli animali|diritti animali]] non è, come pensavo un tempo, un lusso o una forma di dedizione e di impegno civico lodevole ma tutto sommato minore, bensì una lotta, se inquadrata in chiave antispecista e nonviolenta, che ha un enorme potenziale come fattore di cambiamento, sia in senso politico, sia per la vita dei singoli individui. (p. 18)
*Non penso che sia una perdita di tempo, o comunque una stravaganza, impegnarsi per aiutare o salvare anche un singolo individuo non umano. Perché in quell'individuo, in quel momento, è contenuta per intero la lotta che merita d'essere intrapresa anche per tutti gli altri. (p. 19)