Muriel Barbery: differenze tra le versioni

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*Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti. (p. 137)
*Non vediamo mai al di là delle nostre certezze e, cosa ancora più grave, abbiamo rinunciato all'incontro, non facciamo che incontrare noi stessi in questi specchi perenni senza nemmeno riconoscerci. Se ci accorgessimo, se prendessimo coscienza del fatto che nell'altro guardiamo solo noi stessi, che siamo soli nel deserto, potremmo impazzire. (p. 139)
*E molte persone hanno una specie di bug: credono che l'[[intelligenza]] sia un fine. Hanno un'unica idea in testa: essere intelligenti, e questa è una cosa stupissimastupidissima. E quando l'intelligenza crede di essere uno scopo, funziona in modo strano: non dimostra la sua esistenza con l'ingegno e la semplicità dei suoi frutti, bensì con l'oscurità della sua espressione. (pp. 160-161)
*Io non sono più me stessa, sono parte di un tutto sublime al quale appartengono anche gli altri, e in quei momenti mi chiedo sempre perché questa non possa essere la regola quotidiana, invece di un momento eccezionale del coro. Quando il coro s'interrompe tutti quanti, con i volti illuminati, applaudono i coristi raggianti. È così bello. In fondo mi chiedo se il vero movimento del mondo non sia proprio il [[canto]]. (p. 179)
*In fin dei conti, gli [[adolescenti]] credono di diventare adulti scimmiottando adulti rimasti bambini che fuggono davanti alla vita.