Aleksandr Aleksandrovič Blok: differenze tra le versioni

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*Mamma, la vita mi pesa sempre di più. È tutto così freddo intorno a me. Si è formato il vuoto, come se tutti mi avessero abbandonato, come se nessuno mi amasse. Probabilmente nessuno mi ha mai amato. Vivo in un'isola deserta, fredda e vuota. (p. 76)
*Mamma, vivere mi è penoso. La solitudine mi porta nelle bische; vagabondo qua e là, e bevo. Divento cattivo, la mia è una vita fallita. Ma chi di noi non ha fallito? (p. 76)
*Si chiama Marfa; ha due lunghe trecce. In tre ore posso fare di una prostituta una donna tenera e appassionata. Tutto in lei è mistero. La sua anima semplice diviene un'arpa alla quale posso chiedere qualunque melodia. È così rara una vera passione; e tuttavia senza passione non può esserci che desiderio fisico. A volte la passione giunge come una tempesta. A volte, in una nube di tristezza. A volte, come una liberazione<ref>Frammento tratto dai Taccuini intimi.</ref>. (p. 77)
*Tutti questi uomini d'élite, colti, maligni, invecchiati nelle loro discussioni sul Cristo, con le loro mogli, le loro cognate vestite all'ultima moda, tutti questi filosofi e questi pope pieni di compiacimento sanno che dietro alle loro porte ci sono dei "poveri di spirito" che hanno bisogno non di parole, ma di azioni! (p. 79)
*Nel frattempo il vento soffia. Sul marciapiede, ci sono ragazze che hanno freddo. C'è gente che ha fame. Viene giudicata e impiccata. E questa è la "reazione". È difficile, è odioso, è terribile vivere in Russia. (p. 80)