Aleksandr Sergeevič Puškin: differenze tra le versioni

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==''Evgénij Onégin''==
===[[Incipit]]===
<poem>
«Quel buonuomo di mio zio!
Guarda cosa ha escogitato
Per aver rispetto quando
Non per scherzo s'è ammalato.
Il suo esempio farà scuola;
Ma, perdio, che noia stare
Giorno e notte a un capezzale,
Senza muoversi d'un passo!
E che bella ipocrisia
Coccolare un moribondo,
Rassettarlo sui guanciali,
Dargli farmaci e conforti,
Sospirando dentro sé:
Ma che il diavolo ti porti!»
</poem>
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''[http://www.russianecho.net/contributi/speciali/onegin/onegin_1.html Onegin]'', traduzione di Fiornando Gabbrielli.}}
 
===Citazioni===
*Chi ha vissuto e pensato, questi non può nella sua anima non disprezzare gli uomini. (cap. I, st. XLVI)
*L'[[abitudine]] ci è data dall'alto: essa è il surrogato della [[felicità]]. (cap. II, st. XXI)
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{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La donna di picche'' (''Pikòvaja dama''), traduzione di Elsa Mastrocicco, Fratelli Fabbri Editori, 1968}}
 
==[[Incipit]] di alcune''Storia operedi Pugačëv==
===''Onegin''===
<poem>
«Quel buonuomo di mio zio!
Guarda cosa ha escogitato
Per aver rispetto quando
Non per scherzo s'è ammalato.
Il suo esempio farà scuola;
Ma, perdio, che noia stare
Giorno e notte a un capezzale,
Senza muoversi d'un passo!
E che bella ipocrisia
Coccolare un moribondo,
Rassettarlo sui guanciali,
Dargli farmaci e conforti,
Sospirando dentro sé:
Ma che il diavolo ti porti!»
</poem>
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''[http://www.russianecho.net/contributi/speciali/onegin/onegin_1.html Onegin]'', traduzione di Fiornando Gabbrielli.}}
 
===''Storia di Pugačëv===
Lo Jaik, ribattezzato Ural per decreto di Caterina II, nasce dalle montagne che gli hanno dato il nome attuale; scorre verso sud lungo la loro catena, fino al luogo dove un tempo fu fondata Orenburg e dove ora si trova la fortezza Orskaja; là, dopo aver diviso il loro crinale roccioso, svolta a occidente e, seguito il proprio corso per più di duemilacinquecento verste, si getta nel Mar Caspio.