Carlo Castellaneta: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Era distesa al sole e lui la toccava.<br>Poteva contemplare il modo in cui la sua mano si muoveva, con amorevole lentezza e infinita meraviglia, accarezzare il ginocchio e poi risalire, prendendo nota di ogni centimetro di pelle, di come il suo corpo esplodesse in piena luce; poteva soffermarsi a considerare la solidità dell'anca, la covessità del bacino, poi ridiscendere con assoluta naturalezza fino a inanellare di riccioli le sue dita, appropriandosi sempre più di lei, o meglio della coscienza di quel privilegio, dal momento che a tratti gli pareva ovvio ciò che gli veniva concesso, ma senza riuscirvi pienamente.<br>Paola lasciava fare, immobile, beandosi di quel sole, indifferente a quelle [[carezze]] che subiva ad occhi chiusi.
*Nel [[bacio]], in quell'unico irripetibile momento, l'aveva sentita contro, quasi alla sua stessa altezza. Ma anche quel [[pensiero]], appena formulato, si rovesciava nel suo contrario. Se ne era stato conquistato, voleva dire che c'era in lei un segno di seduzione così prepotente da giustificare qualunque cosa potesse succedere. Rendeva legittimo, se non il possesso, almeno il [[desiderio]] di averla. E che lui l'amasse sembrava ai suoi stessi occhi un privilegio offertogli dal [[destino]], una [[sorte]] senza scampo a cui non era giusto ribellarsi. Semmai erano proprio quelle [[imperfezione|imperfezioni]], che Claudio sentiva di amare maggiormente, non avendo altro fine che renderla più [[Terra|terrena]] e accessibile, mostrarla meno divina, essendo egli incapace di definire in altro modo la [[natura]] di quel fascino.
 
{{NDR|Carlo Castellaneta, ''Anni Beati'', Biblioteca Universale Rizzoli, 1982.}}