Carolina Invernizio: differenze tra le versioni

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===''Rina, o l'angelo delle Alpi''===
Qual è l'italiano che non si senta balzare il cuore in petto alla vista delle [[Alpi]], e non provi la stessa commozione di chi giunge per la prima volta in riva al mare? Non formano difatti questi monti il limite e la rocca d'[[Italia]]? Non furono essi insanguinati dagl'invasori della nostra patria? Eppoi, che cosa si vorrebbe trovare di più bello, di più poetico, di questa grandiosa opera del Creatore? Quivi vaghe pendici e floride vallate, amene rive di fiumi, effetti pittoreschi d'acqua e di luce, stupende sinuosità, contrasti di alte cime e di placidi gioghi, di nevi e di fiori: quivi una popolazione buona, tranquilla, religiosa, intelligente, amante del lavoro, che non trova altro diletto che fra i suoi monti, sotto la volta del suo bel cielo e nelle rozze sue capanne.
 
===''Un romanzo dal vero''===
Il pilota del Molo nuovo, a Napoli, era uscito dal suo osservatorio allorché vide stesa sulla panchetta una giovane donna, elegantemente vestita, che sembrava dormire, sebbene la sua faccia pallidissima potesse farla credere svenuta.<br>
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
==Citazioni su Carolina Invernizio==