Arthur Schnitzler: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*L'orologio della torre del municipio scoccò le sette e mezzo. D'altronde non importava che ora fosse; il [[tempo]] gli era completamente indifferente. Non provava interesse per nulla e per nessuno. Sentì una leggera [[compassione]] per se stesso. Molto fuggevolmente, non proprio come un proposito, gli venne l'[[idea]] di recarsi a una qualsiasi stazione, partire, non importava per dove, sparire per tutti coloro che lo avevano conosciuto, ricomparire in qualche luogo all'estero e incominciare una nuova [[vita]], sotto spoglie diverse. Si ricordò di certi strani casi clinici che conosceva dai libri di psichiatria, delle cosiddette doppie esistenze: un [[uomo]] spariva improvvisamente dalla vita normale, veniva dato per disperso, ritornava dopo pochi mesi o dopo anni, senza ricordare dove era stato tutto quel tempo, finché in seguito qualcuno con cui s'era incontrato da qualche parte in un [[paese]] lontano lo riconosceva, ma lui non aveva più [[memoria]] di [[nulla]]. E in forma più lieve a più d'uno doveva capitare la stessa cosa. Per esempio dopo aver fatto un sogno? Certo, ci si ricordava… Ma sicuramente c'erano anche dei sogni che si dimenticavano del tutto, dei quali non restava più traccia, tranne un certo strano stato d'animo, uno stordimento misterioso. Oppure si ricordavano solo più tardi, molto più tardi, e non si sapeva più se si era fatta un'esperienza reale o soltanto sognato. Soltanto… soltanto…!
 
==[[Incipit]] de ''Il Dr. Gläser, medico dei bagni''==
Il battello era pronto per partire. Il Dr. Gläser era in piedi sul ponte, vestito di scuro e con un soprabito grigio, aperto, su una manica del quale spiccava un bracciale da lutto. Il direttore dell'albergo l'aveva accompagnato alla partenza.<br>
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
==''La contessina Mizzi''==