E. M. Forster: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ordine alfabetico
Aggiunto incipit, paragrafo
Riga 3:
'''Edward Morgan Forster''' (1879 – 1970), scrittore britannico.
 
*Assurdità e bellezza hanno stretti rapporti l'una con l'altra. (da ''Il viaggio più lungo'')
*Dopo esser rimasto un'ora a tavolino, tentando invano di scrivere una commedia, intendo analizzare le cause della mia sterilità [...] 2: Insofferenza dell'unico soggetto che mi sia consentito di trattare: l'amore degli uomini per le donne e viceversa. (dal diario, 16 giugno 1911)
*Farci sentire piccoli nel modo giusto è una funzione dell'[[arte]]; gli uomini possono farci sentir piccoli solo nel modo sbagliato. (da ''Two Cheers for Democracy'')
*Gli unici [[libri]] che ci influenzano sono quelli per i quali siamo pronti e che sono andati leggermente oltre nel nostro particolare cammino. (da ''A Book That Influenced Me'')
*L'artista non è un muratore, ma un cavaliere, al quale tocca d'afferrare Pegaso d'un colpo, e non di prepararsi a lui montando puledri più docili. È un lavoro duro, violento, generalmente antipatico, ma non è sgobboneria. Perché la sgobboneria non è arte, né può portare ad essa. (da ''Il viaggio più lungo'')
*Non scriverò mai più un altro romanzo dopo questo {{NDR|''A Passage to India''}}: la mia sopportazione della gente comune si è esaurita. Ma continuerò senz'altro a scrivere. Non avverto il minimo declino delle mie "facoltà". (dalla lettera a Siegfried Sassoon del 1° agosto 1923)
*Pensare prima di parlare è la parola d'ordine del critico. Parlare prima di pensare è quella del creatore. (da ''Two Cheers for Democracy, The Raison d'Etre of Criticism in the Arts'')
Line 76 ⟶ 74:
===[[Explicit]]===
Gli occhi di Philip erano fissi sul campanile di Airolo. Ma vedeva invece il bel mito di Endimione. Questa donna era una dea fino alla fine. Nessun amore poteva degradarla: lei rimaneva al di fuori di ogni degradazione. Questo episodio, che lei considerava così sordido, e che era tanto tragico per lui, rimaneva supremamente bello. Egli s'era innalzato a tale altezza, che senza rimpianto ora le avrebbe potuto dire che anche lui l'adorava. Ma a che cosa serviva dirglielo? Poiché tutte le cose meravigliose erano già accadute. <br>«Grazie,» fu tutto quello che si permise di dire. «Grazie di tutto.»<br>Lei lo guardò con grande amicizia, perché le aveva reso la vita sopportabile. In quel momento il treno entrò nella galleria del San Gottardo. S'affrettarono a rientrare nello scompartimento e a chiudere il finestrino, perché i carboncini non entrassero negli occhi di Harriet.
 
==''Il viaggio più lungo''==
===[[Incipit]]===
«La mucca è qui» disse Ansell accendendo un fiammifero e tenendolo alto per rischiarare il tappeto. «Qui ed ora» ribadì quando il fiammifero si spense.<br>
«Non hai provato che c'è» disse qualcuno.<br>
«L'ho provato a me stesso.»<br>
«E io ho provato a me stesso che non c'è.»<br>
Filosofia. Stavano discutendo sull'esistenza reale degli oggetti.<br>
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
===Citazioni===
*Assurdità e bellezza hanno stretti rapporti l'una con l'altra. (da ''Il viaggio più lungo'')
*L'artista non è un muratore, ma un cavaliere, al quale tocca d'afferrare Pegaso d'un colpo, e non di prepararsi a lui montando puledri più docili. È un lavoro duro, violento, generalmente antipatico, ma non è sgobboneria. Perché la sgobboneria non è arte, né può portare ad essa. (da ''Il viaggio più lungo'')
 
==''La vita che verrà''==