Kundalini: differenze tra le versioni

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Tantrasadbhāva+1
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*In questa tappa, lo yogin perde la coscienza del mondo oggettivo. Quando la ''kuṇḍalinī'' giunge alla volta palatina (''tālu''), egli prova una sorta di assopimento (''nidrā'') che santa [[Teresa d'Ávila]] chiamava «sonno delle potenze». Il corpo, la volontà e la conoscenza ordinari sono intorpiditi, ma il cuore veglia. ([[Lilian Silburn]])
*O visione d'ambrosia immortale e suprema che splendi di luce cosciente scorrendo dalla Realtà assoluta, sii il mio rifugio. Grazie a essa ti adorano coloro che conoscono il mistico arcano (''rahasya''). ([[Abhinavagupta]])
*Questa potenza è chiamata suprema, sottile, trascende ogni norma di comportamento. Avvolta intorno al punto luminoso (bindu) del cuore, all'interno giace nel sonno, o Beata, in forma di serpente addormentato e non ha coscienza di nulla, o Umā. Questa Dea, dopo aver immesso nel grembo i quattordici mondi insieme con la luna il sole i pianeti, cade in uno stato di obnubilamento come di chi è offuscato dal veleno. È risvegliata dalla suprema risonanza naturale di conoscenza, [nel momento in cui] è scossa, o Eccellente, da quel bindu che sta nel suo grembo. Si produce infatti uno scuotimento nel corpo della Potenza con un impetuoso moto a spirale. Dalla penetrazione nascono per prima i punti splendenti di energia. Una volta levata Essa è la Forza (kalā) sottile, Kuṇḍalinī. (''[[Tantrasadbhāva]]'')
 
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