Giuseppe Mazzini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+2 da ''Agli operai italiani''
m - wlink ripetuti a breve distanza
Riga 8:
*Dio e il Popolo. (da ''La Giovine Italia. Serie di scritti intorno alla condizione politica, morale e letteraria dell'Italia, tendenti alla sua rigenerazione'', fascicolo III, Marsiglia, 1932)
*Due gioie concesse Iddio agli uomini liberi sulla terra: il plauso dei buoni, e la bestemmia dei tristi! (da ''La «Voce della Verità»'', negli ''Scritti editi ed inediti'', Milano, 1861, vol. I, p. 168)
*{{NDR|Su [[Filippo Buonarroti]]}} Era un uomo profondo, ma assai gretto: conformava la sua vita alle sue credenze; ma era intollerante, e mi tacciava di traditore, se per caso affiliavo un banchiere o un ricco borghese. Era inoltre [[Comunismo|comunista]]. (citato in ''Guida alla lettura'', in ''Pensiero e azione nel Risorgimento'', EDIPEM, Novara, 1974.)
*Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver [[patria]]? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo. (da ''Ai giovani d'Italia'')
*Gl'istinti repubblicani di mia madre m'insegnarono a cercare nel mio simile l'''uomo'', non il ricco o il potente; e l'inconscia semplice virtù paterna m'avvezzò ad ammirare, più che la boriosa atteggiata mezza-sapienza, la tacita inavvertita virtù di sagrificio ch'è spesso in voi. (da ''Agli operai italiani''<!--, p. 15-->)
Riga 23:
*Oggi ciò che importa anzitutto è ''moraliizare'' l'[[Italia]]. (citato in ''Arte e politica'', ''Rivista contemporanea'', Vol. XL, p. 266)
*Pensiero e Azione. (da ''Pensiero e Azione'', n. 1, Londra 1° settembre 1858)
*Voi avete dato il primo e più potente grido di rigenerazione! (da una lettera a [[Salvatore Morelli]], citato in epigrafe a [[Salvatore Morelli]], ''La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale'')
*Volete voi, Operai Italiani, onorare davvero la memoria de' vostri Grandi e dar pace all'anima di [[Dante Alighieri|Dante Allighieri]]? Verificate il concetto che lo affaticò nella sua vita terrestre. Fate U<small>NA</small> e potente e libera la vostra contrada. Spegnete fra voi tutte quelle meschinissime divisioni contro le quali Dante predicò tanto, che condannarono lui, l'uomo che più di tutti sentiva ed amava il vostro avvenire, alla sventura e all'esilio, e voi a una impotenza di secoli che ancor dura. Liberate le sepolture de' vostri Grandi, degli uomini che hanno messo una corona di gloria sulla vostra Patria, dall'onta d'essere calpeste dal piede d'un soldato straniero. E quando sarete fatti degni di Dante nell'amore e nell'odio — quando la terra vostra sarà ''vostra'' e non d'altri — quando l'anima di Dante potrà guardare in voi senza dolore e lieta di tutto il santo orgoglio Italiano — noi innalzeremo la statua del Poeta sulla maggiore altezza di Roma, e scriveremo sulla base: A<small>L</small> P<small>ROFETA DELLA</small> N<small>AZIONE</small> I<small>TALIANA</small> <small>GLI</small> I<small>TALIANI DEGNI DI LUI</small>. (da ''Dante'', in ''Scritti editi ed inediti, vol. XXIX'', pp. 14-15)
 
Riga 52:
===Citazioni===
*La [[coscienza]] dell'umanità è suprema su tutti i [[Governo|governi]]: essi devono esserne interpreti, o non sono legittimi. (p. 39)
*La [[coscienza]] umana ha decretato che il [[Regno di Napoli|governo di Napoli]], il [[Stato Pontificio|governo del papa]], il governo dell'[[Austria]] in [[Italia]] hanno meritato perire. Chi vibra il colpo è esecutore di quel santo decreto. Chi si frappone, si dichiara proteggitore del male. Un grido s'innalza dal core dell'umanità per dirgli : ''lasciate passare la giustizia di Dio''. (p. 39)
*Cerchiamo, vogliamo la [[patria]].<br />La volete voi pure? Volete davvero, come susurrate all'orecchio dei nostri amici quando volete persuaderli ad essere pazienti, il trionfo di quell'idea?<br />Lasciateci fare. (p. 40)
*Voi sapete che proclamata l'unità monarchica d'Italia, taluni fra noi riprenderanno le vie dell'esilio, gli altri quelle della solitudine. Riparto di gloria? Non la speriamo. Nelle imprese alle quali noi lavoriamo, i nostri nomi si celano studiosamente, da noi medesimi. Lasciateci salvar l'[[Italia]]: scriveremo che voi l'avete salvata.<br />Lasciateci fare. (p. 41)
*Lasciateci fare. Che importa a voi, qual rìschio correte se i battelli che salpano per [[Sicilia]] piegano a mezza via, verso le terre [[Napoli|napoletane]] o [[Roma|romane]]? Se l'impresa riesce, voi sapete che, sol che vogliate accettarli, i suoi frutti son vostri; se non riesce, provatevi innocenti perseguitando chi la tentò. Noi non vi chiediamo se non una cosa: perseguitarci ''dopo'' non prima.
*A parole chiare, risposta chiara.<br />Non cederemo.<br />Noi siamo forti e ostinati. Abbiamo per noi l'istinto della gioventù, del popolo d'[[Italia]]. (p. 41)
*Vogliamo la [[patria]], la patria una e rapidamente. Possiamo cedere su tutto; su questo no. Potete, sapete darcela? (p. 42)
*Diremo, come un tempo, clandestinamente il vero all'[[Italia]], che finirà per intenderlo. Potete imprigionare taluni fra noi: sorgeranno altri a continuare l'opera nostra. Quando il tempo è maturo pel compimento d'una missione, [[Dio]] suscita dalla prigione o dalla sepoltura d'un uomo un altr'uomo più potente di lui. (p. 42)
*Vogliamo la [[patria]]; e le circolari ministeriali non c'impediranno di procacciarcela. Esse possono, urtando di fronte l'irresistibile tendenza italiana e oltraggiando immeritamente i partiti, oggi in virtù dell'intento, concordi, travolgere il paese nell'anarchia: non possono mutare ciò che Dio e il popolo vogliono. (p. 42)
{{NDR|Giuseppe Mazzini, ''A parole chiare risposta chiara'', citato in [[Franco Mistrali]], ''Da Palermo a Gaeta: storia popolare della campagna dell'Italia meridionale''}}
 
Riga 76:
 
===''Della Giovine Italia''===
<div align=right>''Les jeunes gens de vingt à trente–<br>cinq<br>ans ont grandi dans la révolution...<br>Eux seuls sont notre espérance''.<ref>L'Epigrafe è troppo assoluta, perché noi la ammettiamo senza riserva, e rimettiamo all'articolo. Ma non abbiamo potuto resistere al piacere di registrare in favore della gioventù un giudizio pronunciato da uno de' primi padri della dottrina, che contende alla nuova generazione la facoltà di progresso. [Nota(nota dell'autore])</ref><br>[[Victor Cousin|VICTOR COUSIN]]</div>
Le parole di Cousin, poste in fronte all'articolo, racchiudevano, parmi, un alto senso politico, e compendiavano in certo modo la scienza del moto sociale nel secolo XIX. Egli le proferiva parlando allo Zschokke, e Zschokke, canuto, ma d'anima giovine e repubblicana, le raccoglieva con amore, e le registrava in fronte a un suo libro, intravvedendovi una profezia di vittoria e di civiltà.