Severino Boezio: differenze tra le versioni

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*Ora conosco [...] la principale causa del tuo male; hai cessato di [[Conoscere se stessi|sapere quel che tu stesso sei]]. (I, 6; 1996, p. 61)
*''Non si sente mai [[Ricchezza|ricco]] chi, gemendo timoroso, | si crede nel [[bisogno]].'' (II, 2; 1996, p. 71)
*In ogni [[avversità]...] della fortuna l'esser'in statoomni [[Felicità|felice]]aduersitate èfortunae ilinfelicissimum genereest piùgenus dolorosoinfortunii difuisse sfortunafelicem.'' (II, 4; 1996, p. 7574)
:In ogni [[avversità]] della fortuna l'esser stato [[Felicità|felice]] è il genere più doloroso di sfortuna. (1996, p. 75)
:[...] ''in omni aduersitate fortunae infelicissimum est genus infortunii fuisse felicem.''
:Fra tutte l'avversità della fortuna la più infelice maniera di mala ventura è l'essere stato avventuroso. (1832, p. 44)
*''L'uccel canoro, che sugli alti rami | gorgheggia, vien rinchiuso in una [[gabbia]]; | per quanto sollecita mano gli porga | con cura affettuosa melate bevande | per gioco, e copia di cibi; | se saltellando sul breve graticcio | vede l'ombre dei boschi a lui gradite, | con le zampette schiaccia le vivande, | e mesto cerca soltanto le selve, | le selve canta con la dolce voce.'' (III, II; 1996, p. 108)
*''Chi può dettar leggi agli amanti? | Suprema a sé l'[[amore]] è legge.'' (III, XII; 1996, p. 153)
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==Bibliografia==
*Severino Boezio, ''Consolazione della filosofia'', traduzione di Luca Orbetello con testo latino a fronte, Rusconi, Milano, 1996. ISBN 88-18-70150-9
*Severino Boezio, ''Della consolazione della filosofia'', traduzione di Benedetto Varchi, Minerva, Padova, 1832. ([http://www.google.it/books?id=CCoMAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Anteprima su Google Libri])
 
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