Joseph de Maistre: differenze tra le versioni

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*Tutti i [[dolore|dolori]] sono punizioni, e ogni punizione è inflitta in eguale misura per [[amore]] e per [[giustizia]].
*L'ammirazione sfrenata con cui troppe persone circondano [[Voltaire]] è il segno infallibile d'un animo corrotto. Che non ci s'illuda: se qualcuno, percorrendo la propria biblioteca, si sente attratto verso le ''Œuvres de Ferney'', Dio non lo ama affatto. Spesso ci si è presi gioco dell'autorità ecclesiastica che condanna i libri ''in odium auctoris''; in verità niente è più giusto di ciò: ''rifiutate gli onori a colui che abusa del suo genio''. Se questa legge fosse severamente osservata, si vedrebbero rapidamente sparire i libri avvelenati; ma poiché non dipende da noi promulgarla, guardiamoci almeno dal piombare nell'eccesso ben più reprensibile dell'esaltare senza misura scrittori colpevoli, e, tra questi, soprattutto Voltaire. Egli ha pronunciato contro se stesso, senza accorgersene, una sentenza terribile, affermando che ''uno spirito corrotto non fu mai sublime''. Non c'è nulla di più vero, giacché Voltaire, con i suoi cento volumi, non fu mai più che ''spiritoso''; faccio eccezione delle tragedie, dove la natura dell'opera lo costrinse ad esprimere dei nobili sentimenti estranei al suo carattere; ma anche sul palco, su cui trionfa, egli non riesce ad ingannare gli spettatori più sagaci. Nei suoi pezzi migliori, egli rassomiglia ai suoi due grandi rivali, come il più abile ipocrita rassomiglia ad un santo. (''Les Soirées de Saint-Pétersbourg'', in ''Œuvres complètes'', Lyon, 1891<sup>3</sup>, tomo IV, pp. 206-210).
*{{NDR|Sul [[boia]]}} È un uomo? Sì: Dio lo accoglie nei suoi templi e gli permette di pregare. Non è un criminale; tuttavia nessuna lingua accetta di affermare, per esempio, che sia un uomo virtuoso, un onesto, che sia degno di stima, ecc. Nessun elogio morale gli può essere tributato, perché ogni elogio morale presuppone un rapporto con gli uomini, mentre egli non ne ha alcuno. E tuttavia ogni grandezza, ogni potere, ogni subordinazione dipendono dal boia: egli è l'orrore e il legame dell'associazione umana. Togliete dal mondo questo agente incomprensibile, e nello stesso istante l'ordine lascia il posto al caos, i troni si inabissano e la società scompare. Dio, autore della sovranità, lo è pure del castigo; fra questi due poli ha gettato la nostra terra: "''ché Jehova è il padrone dei cardini della terra, e su di essi fa girare il mondo''".
=== ''Elogio del boia'' ===
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| testo = '''La citazione sottostante necessita di un taglio. Non è significativa nell'insieme.'''
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''Perfavore, o utilizza gli [[Aiuto:Omissis#Omissioni|omissis]] [...] e accorcia la citazione considerevolmente oppure suddividila in più citazioni.''
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* Chi è dunque questo essere inspiegabile che a tutti i mestieri piacevoli, redditizi, onesti e anche onorevoli che si presentano in gran numero alla forza e all'abilità umana ha preferito quello di tormentare e uccidere i propri simili? Questa testa, questo cuore sono fatti come i nostri? Non racchiudono in sé qualcosa di particolare e di estraneo alla nostra natura? Quanto a me, non ho dubbi: egli è fatto come noi esteriormente; nasce come noi; ma è un essere straordinario, e affinché egli esista nella famiglia umana è necessario un decreto specifico, un fiat della potenza creatrice. Egli è creato come un mondo. Provate a pensare all'opinione che gli uomini hanno di lui e immaginate, se vi riuscite, come egli possa ignorare questa opinione o affrontarla! Appena l'autorità gli ha fissato una dimora, appena egli ne ha preso possesso, le altre abitazioni arretrano fino al punto da cui non vedranno più la sua. In mezzo alla solitudine e al vuoto che gli si è creato intorno, egli vive solo, con la sua compagna e i suoi bambini che gli fanno conoscere la voce dell'uomo: senza di loro ne conoscerebbe soltanto i gemiti... Un lugubre segnale è dato; un abietto ministro della giustizia viene a bussare alla sua porta e ad avvertirlo che c'è bisogno di lui; egli parte, arriva in una piazza pubblica gremita di una folla pigiata e palpitante. Gli consegnano un avvelenatore, un parricida, un sacrilego: egli lo afferra, lo stende, lo lega su una croce orizzontale, alza il braccio: allora si fa un silenzio orribile, e non si sente più che il grido delle ossa che scoppiano sotto la sbarra, e le urla della vittima. Egli la slega; la porta su una ruota; le membra fracassate sono fissate ai raggi, la testa pende, i capelli si rizzano, e la bocca, spalancata come una fornace, emette di tanto in tanto solo poche parole sanguinolente che invocano la morte. Ha finito: il cuore gli batte, ma di gioia; è soddisfatto, dice a se stesso: "Nessuno arrota meglio di me". Scende; allunga la mano sporca di sangue, e la giustizia vi butta di lontano qualche moneta d'oro che egli si porta via passando fra una doppia siepe di uomini che si scostano per l'orrore. Si mette a tavola, e mangia; poi a letto, e dorme. E il giorno dopo, svegliandosi, non ricorda più quel che ha fatto la vigilia. E un uomo? Sì: Dio lo accoglie nei suoi templi e gli permette di pregare. Non è un criminale; tuttavia nessuna lingua accetta di affermare, per esempio, che sia un uomo virtuoso, un onesto, che sia degno di stima, ecc. Nessun elogio morale gli può essere tributato, perché ogni elogio morale presuppone un rapporto con gli uomini, mentre egli non ne ha alcuno. E tuttavia ogni grandezza, ogni potere, ogni subordinazione dipendono dal boia: egli è l'orrore e il legame dell'associazione umana. Togliete dal mondo questo agente incomprensibile, e nello stesso istante l'ordine lascia il posto al caos, i troni si inabissano e la società scompare. Dio, autore della sovranità, lo è pure del castigo; fra questi due poli ha gettato la nostra terra: "''ché Jehova è il padrone dei cardini della terra, e su di essi fa girare il mondo''".
 
==''Saggio sul principio generatore delle costituzioni e delle altre istituzioni umane''==