Giordano Bruno/Citazioni su Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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ce stavamo a dimentica' l'avviso de Roma
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*Giordano Bruno nella teologia proclamò il panteismo. Nella cosmologia intuì l'infinità dello spazio. Nell'astronomia sostituì il sistema eliocentrico a quello geocentrico. Nella biologia affermò l'esistenza della vita in tutta la natura. Nella psicologia dimostrò il pampsichismo, cioè l'animismo universale. Nell'etica gettò le basi di una morale positiva, areligiosa e indipendente sostenendo che tutto l'universo è pervaso da una teleologia immanente, per cui si perfeziona e si migliora ogni cosa, essendo la natura causa, legge e finalità a se stessa. Distruttore dei pregiudizi dei suoi tempi, egli – soprattuto – ricostruì la scienza e la filosofia della natura; distrusse le antitesi della metafisica, nella filosofia e nella scienza. Combatté l'antitesi tra la forma e la materia, sostenuta dai filosofi dualisti. Combatté l'antitesi tra il cielo e la terra, sostenendo l'unità di questi, la teoria geocentrica e l'ipotesi della pluralità dei mondi. combatté l'antitesi tra lo spirito e la materia, tra l'anima e il corpo, tra il senso e l'intelletto, sostenuta dagli psicologi dualisti, conciliando questi termini, creduti contraddittori, e sostenendo l'unità dello spirito e della materia, l'inseparabilità dell'anima e del corpo e l'identità del senso e dell'intelletto. Contro le antitesi tra la causalità cosmica e la volontà divina, tra la necessità naturale e la libertà morale, tra la finalità trascendente e la finalità immanente, tra il bene ed il male, si sforzò di conciliare tutte queste antinomie, riportando i contrari all'unità assoluta, dove tutte le differenze restano eliminate. Contro il dualismo tra Dio e la Natura, sostenne che Dio non è una causa esteriore al mondo, ma un artista interiore, un principio efficiente, informativo dal di dentro. ([[Guido del Giudice]])
*Giordano Bruno nelle sue speculazioni sublimi si distaccò affatto dal sovrannaturalismo, cioè dalla rivelazione immediata divina (onde precorse a Cartesio), e costrusse un sistema di filosofia ove sollevò l'uomo, sino allora depresso, decaduto e maledetto, alle altezze della divinità, fece dell'uomo, di Dio e del mondo un tutto che si manifesta con forme o con rappresentazioni differenti, ma sostanzialmente identiche. ([[Adolfo Rossi]])
*Giovedì mattina in Campo di Fiore fu abbruggiato vivo quello scelerato frate domenichino da Nola, di che si scrisse con le passate: heretico ostinatissimo, et avendo di suo capriccio formati diversi dogmi contro nostra fede, et in particolare contro la Santissima Vergine et Santi, volse ostinatamente morir in quelli lo scelerato; et diceva che moriva martire et volentieri, et che se ne sarebbe la sua anima ascesa con quel fumo in paradiso. Ma hora egli se ne avede se diceva la verità. (Avviso di Roma, 19 febbraio 1600)<ref group="fonte">Citato in Firpo 1998, p. 356.</ref>
*''I cardinali dormienti si affannano | a punire Bruno, che invece è lontano. Vola. | Il suo superbo corsiero, vivo come il pensiero, | Già passa le Alpi.'' ([[Christopher Marlowe]])
*I naturalisti non hanno davvero nessuna colpa se gli uomini mancano di auto comprensione. Giordano Bruno è stato bruciato perché diceva che gli uomini sono, insieme al loro pianeta, solo un granello di polvere fra innumerevoli altre nuvolette di polvere. ([[Konrad Lorenz]])
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*Disse che non deve né vuole pentirsi e non ha di che pentirsi né ha materia di pentimento, e non sa di che cosa debba pentirsi.
:''Dixit quod non debet nec vult rescipiscere, et non habet quid rescipiscat nec habet materiam rescipiscendi, et nescit super quo debet rescipisci''.<ref group="fonte">Citato in Vincenzo Spampanato, ''Vita di Giordano Bruno'', Casa editrice Giuseppe Principato, Messina, 1921 (Gela editrice, Roma, 1988), p. 776.</ref><ref>Sono le parole che Bruno, interrogato nelle carceri del Santo Uffizio il 21 dicembre 1599, pronuncia invitato a un ultimo pentimento. A riportarle è tal Flaminio Andriani, notaio dell'Inquisizione.</ref>
*Iordanum dixisse, che Cain fu huomo da bene e che meritamente uccise Abel suo fratello, perché era un tristo e carnefice d'animali. [...]<br />Ragionandosi di quei che ammazzavano li animali, mostrava d'haverli compassione e diceva che faceano male, e che Abel era stato un carnefice [...].<br />Ragionando seco de li huomeni giusti, Giordano dicea che non ve n'era alcuno, e che il primo huomo che fu tenuto giusto, che fu Abel, era un carnefice homicidial di animali, e che havea meritato esser ammazzato, e che Cain era un huomo da bene et havea fatto bene ammazzar Abel.<ref group="fonte">Dalle deposizioni di Frate Celestino e Francesco Graziano (compagni di cella di Giordano Bruno a Venezia); citato in [[Luigi Firpo]], ''Il processo di Giordano Bruno'', a cura di Diego Quaglioni, Salerno Editrice, Roma, 1998, p. 273. ISBN 88-8402-135-9</ref><ref>Vedi la [[b:Baruch Spinoza/Terzo capitolo#L'esempio di Bruno|spiegazione del fatto]] in Wikibooks.</ref>
*Per il che essendo stato visto e considerato il processo contra di te formato e le confessioni delle tuoi errori ed eresie con pertinacia ed ostinazione, benché tu neghi essere tali, tutte le altre cose da vedersi et considerarsi: proposta prima la tua causa nella Congregazione nostra generale, fatta avanti la Santità di N. Signore sotto il dì 20 di Gennaro prossimo passato, e quella votata e resoluta, siamo venuti all'infrascritta sentenzia. [...] nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo e della sua gloriosissima Madre sempre Vergine Maria [...] dicemo, pronunziamo, sentenziamo e dichiaramo te fra Giordano Bruno predetto essere eretico impenitente pertinace ed ostinato, e perciò essere incorso in tutte le censure ecclesiastiche e pene dalli sacri canoni, leggi e costituzioni così generali come particolari a tali eretici confessi, impenitenti, pertinaci ed ostinati imposte. [...] ti rilasciamo alla Corte di voi Mons. Governatore di Roma qui presente, per punirti delle debite pene. [...] che voglia mitigare il rigore delle leggi circa la pena della tua persona, che sia senza pericolo di morte o mutilazione di membro.<ref group="fonte">Dal verbale della condanna di Bruno, letta in sua presenza l'8 febbraio 1600, archivio del Sant'Ufficio, citato in ''[http://warburg.sas.ac.uk/mnemosyne/Bruno/pdf/1802290268.pdf Nuovi documenti sul processo di Giordano Bruno]'', in ''Giornale critico della filosofia italiana'', anno VI, fascicolo II, aprile 1925, in Bibliotheca Bruniana Elettronica, Warburg Institute & Istituto italiano per gli studi filosofici.</ref>
 
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===Fonti===
<references group="fonte" />
 
==Bibliografia==
*[[Luigi Firpo]], ''Il processo di Giordano Bruno'', a cura di Diego Quaglioni, Salerno Editrice, Roma, 1998. ISBN 88-8402-135-9
 
[[Categoria:Filosofi italiani|Bruno, Giordano]]