Kṣemarāja: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Kṣemarāja==
*E dunque la Coscienza si manifesta in forma di oggetto conoscibile; ma il conoscibile non ha una realtà autonoma. (da ''PratyabhijñāhṛdayaPratyabhijñā'' I, 5, 11)<ref>Citato in Kṣemarāja, ''Śivasūtravimarśinī''; in Vasugupta, ''Gli aforismi di Śiva, con il commento di Kṣemarāja'', a cura e traduzione di Raffaele Torella, Mimesis, 1999, p. 128.</ref>
*Uno [[yoga|yogin]] la cui [[coscienza]] ordinaria sia ben raccolta nel cuore e che non abbia alcun'altra preoccupazione, grazie a una presa di coscienza priva di dualità (''avikalpa''), si dedica interamente alla contemplazione della propria coscienza in quanto Soggetto cosciente liberato dal corpo e dagli altri limiti. E così che, sempre vigile, assorbendosi nel Quarto stato e in quello che ne è al di là, pone fine al pensiero dualizzante e acquista a poco a poco la sovranità. (da ''PratyabhijñāhṛdayaPratyabhijñā'', commento<ref>La ''PratyabhijñāhṛdayaPratyabhijñā'' è il commento alla ''Pratyabhijñākārikā'' (o anche ''Īśvarapratyabhijñākārikā''), opera di [[Utpaladeva]].</ref> a IV, 1, 11)<ref>Citato in [[Lilian Silburn]], ''La Kuṇḍalinī o L'energia del profondo'', traduzione di Francesco Sferra, Adelphi, 1997, p. 70.</ref>
 
==''Śivasūtravimarśinī''==