Achille Compagnoni: differenze tra le versioni

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* Come già sopra evidenziato, l'impresa di Compagnoni e [[Lino Lacedelli|Lacedelli]] fu già di per sé straordinaria anche in tale nuova versione storico-critica: essa verrebbe sminuita qualora venisse ''eroicizzata'' con racconti di arbitraria immaginarietà (rendendo, tra l'altro, tale versione inaccettabile nello scenario della cultura alpinistica internazionale verso la quale il CAI ha da curare responsabilmente una sua rilevante autorità: quanto mai inopportuno sarebbe avallare o lasciar credere versioni che implicano, in maniera più o meno ambigua, un raggiungimento della vetta del K2 senza ossigeno, quale si è qui più sopra dimostrato del tutto inaccettabile dal punto di vista critico-storico). (pag. 62 di F. Maraini, A. Monticone, L. Zanzi (i "tre saggi" nominati dal CAI): ''K2 Una storia finita''. 141 pp, Priuli&Verlucca Ed., Scarmagno (TO), dicembre 2007)
* Era una guida alpina e maestro di sci, un signore che la montagna la viveva per passione e per lavoro. Fino in fondo. Certo la bega con [[Walter Bonatti|Bonatti]] non fu una bella pagina, ma a maggior ragione ora, è bene annoverarla tra le debolezze e le tristi cocciutaggini che l'umana specie a volte riesce e far emergere, ancor più delle più belle montagne dalla pianura. (Agostino Da Polenza in ''Montagna.tv'', 13.05.2009)
* Se n'è andato Achille Compagnoni. Aveva 94 anni, un posto nella storia dell'alpinismo e dell'Italia, forse uno zaino di rimorsi. Tra qualche tempo, passata l'emozione dell'addio, anche i pochi che fino all'ultimo ne hanno difeso la memoria cominceranno a smontarme la figura. Nella vicenda romanzesca dell'assalto alle grandi montagne, che come un western ha avuto bisogno di figure immediatamente riconoscibili, lui rimarrà per sempre il cattivo. (Leonardo Bizzaro in ''Lala Repubblica'', 13.05.2009)
 
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