Michele Ciliberto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m →‎Bibliografia: punteggiatura
→‎Citazioni: revisione
Riga 6:
 
===Citazioni===
*È probabile che egli si fosse, infine, deciso a entrare in convento non vedendo altre vie che gli potessero consentire di continuare a studiare. (p. 9)
*Stava cominciando a interrogarsi su quello che per Bruno sarà sempre un punto teorico capitale, dalle straordinarie implicazioni: sulla incommensurabile distanza fra finito e infinito, fra ente e accidente, fra uomo e Dio. [(p...] fra la conoscenza dell'uno e dell'altro si dà lo stesso rapporto che c'è fra l'ombra e la luce: fra l'idea e la sua ombra.14)
*Tratti che campeggiano poi nel ''Candelaio'', nel quale è descritta una società senza virtù, senza giustizia, senza pudore e carità. (p. 21)
*Una delle sue ambizioni fondamentali fu sempre quella di ottenere un insegnamento, di avere una cattedra. (p. 24)
*Nel ''Cantus Circaeus'', invece, balza in primo piano quello che è un altro motivo strutturale della «mente» del Nolano: la problematica di ordine morale.
*In conclusione: fra la conoscenza di dio e la conoscenza dell'uomo non c'è rapporto, o proporzione; ciò che è proprio di dio, non appartiene all'uomo. O meglio, fra la conoscenza dell'uno e dell'altro si dà lo stesso rapporto che c'è fra l'ombra e la luce: fra l'idea e la sua ombra. (p. 33)
*Nella ''Cena de le Ceneri'' sviluppa una concezione dell'esegesi biblica che, delimitando con rigore i campi ripsettivi dell'una e dell'altra, mira a stabilire le condizioni di una positiva «convivenza» fra Scrittura e «musa nolana».
*Nel ''Cantus Circaeus'', invece, balza in primo piano quello che è un altro motivo strutturale della «mente» del Nolano: la problematica di ordine morale. (p. 38)
*Al pensiero di Bruno è radicalmente estraneo il concetto di «creazione», così come gli è straneo il concetto della morte.
*Nella ''Cena de le Ceneri'' sviluppa una concezione dell'esegesi biblica che, delimitando con rigore i campi ripsettivirispettivi dell'una e dell'altra, mira a stabilire le condizioni di una positiva «convivenza» fra Scrittura e «musa nolana». (p. 51)
*Stava cominciando a interrogarsi su quello che per Bruno sarà sempre un punto teorico capitale, dalle straordinarie implicazioni: sulla incommensurabile distanza fra finito e infinito, fra ente e accidente, fra uomo e Dio [...] fra la conoscenza dell'uno e dell'altro si dà lo stesso rapporto che c'è fra l'ombra e la luce: fra l'idea e la sua ombra.
*Al pensiero di Bruno è radicalmente estraneo il concetto di «creazione», così come gli è estraneo il concetto della morte. (p. 72)
*In altre parole, nello ''Spaccio'' Bruno liquida in via definitiva, e in ''modo esplicito'', il modello cristiano di creazione.[ (p...] 86)
*In effetti, fra ''Spaccio'' e ''Cabala'' c'è una diversità su questo punto: nel primo la punta della critica è rivolta anzitutto contro [[Lutero]] e i suoi seguaci, mentre nella seconda è sotto tiro il ciclo ebraico-cristiano nella sua complessità. (p. 93)
*Ma pur animato da un'acre amarezza e da un acuto e forte risentimento verso il mondo fin dagli anni giovanili, il Nolano aveva un carattere dispostissimo a godere delle gioie del mondo: «buon compagnietto, epicuro per la vita», lo definisce Jacopo Corbinelli che lo aveva in simpatia; «mi disse, che gli piacevano assai le donne, e che non aveva ancora arrivato al numero di quelle de Salomone, e che la Chiesa faceva un gran peccato nel far peccato quello con cui si serve così bene alla natura...».
*Decise di morire dopo otto anni di durissima lotta, in piena consapevolezza. (p. 134)
 
==Bibliografia==