Roberto de Mattei: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Eowyn (discussione | contributi)
Eowyn (discussione | contributi)
Riga 18:
==Editoriali in ''Radici Cristiane''==
*L'arte era un tempo chiamata "Bibbia dei poveri". Quattro cattedrali, quelle di Amines, di Chartres, di Oviedo e di San Marco sono tate definite le "quattro bibbie nel marmo" per l'evidenza plastica con cui le immagini vi riproducono visivamnte la Bibbia. Quella ''Bibbia pauperum'' che un tempo era destinata agli illetterati oggi può rivolgersi alle tantissime persone che sono povere nella conoscenza della fede. Uomini e donne di tutti i Paesi e di ogni provenienza ideologica ammirano la bellezza delle opere d'arte cristiane, dimenticando che queste opere non sarebbero state realizzate se non fossero state prima concepite secondo un modo di pensare he era la filosofia del Vangelo. (N. 25, p.3)
*Non era facile riconoscere in quel Bambino che vedeva la luce nella grotta di Betlemme il Salvatore e il Signore del Cielo e della Terra. Era necessario farsi bambini come lui, perché i cuori induriti degli orgogliosi non possono comprendere ciò che brilla evidente davanti agli occhi dei semplici. (da ''Radici Cristiane'', n. 20, editoriale, p. 3)
*Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà. (da ''Radici Cristiane'', nN. 20, editoriale, p. 3)
*Non vi è futuro senza radici, così come non ci sono edifici senza fondamenta. Le radici irrorano un organismo e ne permettono la vita e lo sviluppo. Quando questo organismo è una società umana, le sue radici sono le fondamenta spirituali e culturali. (da ''Radici Cristiane'', n. 0, editoriale, pg. 2)
*Ovunque il [[Cristianesimo]] è arrivato, nel corso dei secoli, ha portato con sé non solo la fede, ma la civiltà. Il Cristianesimo ha insegnato agli uomini e ai popoli a conoscere e adorare l'unico vero Dio; a onorare, dopo Dio, tutte le autorità terrene, operando una distinzione capitale tra la sfera temporale e quella spirituale; ha ammonito a non uccidere l'innocente, a proteggere i deboli, a soccorere i miseri e gli affliti, a combattere la menzogna, a praticare e a diffondere la purezza dei costumi, a rispettare la libertà dell'uomo e il suo diritto ad avere una famiglia, una proprietà personale ed a vivere in una società ordinata al bene comune. (''Ibidem'')